Queste le sue parole:
“Con le dimissioni presentate dal presidente Conte – che ringrazio, con i ministri, per l’opera prestata – si è aperta la crisi di governo con una dichiarata rottura polemica tra i due partiti che rappresentavano la maggioranza parlamentare.
La crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare, e in tempi brevi. Lo richiede il ruolo che l’Italia deve avere nell’importante momento di avvio della vita delle istituzioni dell’Unione Europea per il prossimo quinquennio. Lo richiedono le incertezze, politiche ed economiche, a livello internazionale.
Sono possibili solo governi che raccolgano la fiducia del parlamento su un programma per il Paese, in mancanza dei quali è necessario andare a nuove elezioni, strada da non assumere a cuor leggero dopo poco più di un anno dall’inizio della legislatura.
Ricorrere agli elettori è necessario quando il Parlamento non è in condizione di esprimere una maggioranza di governo.
Nel corso delle consultazioni mi è stato comunicato dalle forze politiche di avere bisogno di tempo per sviluppare un confronto. È stata espressa la richiesta di avere la possibilità di ulteriori verifiche anche da parte di altre forze politiche, e ho il dovere ineludibile di non precludere le volontà del parlamento.
Al contempo ho il dovere di richiedere nell’interesse del Paese decisioni sollecite. Svolgerò quindi nuove consultazioni che si svolgeranno nella giornata di martedì prossimo per trarre le conclusioni necessarie”.
E’ un presidente della Repubblica che pare scontento e perentorio, forse a causa della mancanza di posizioni chiare da parte dei principali partiti, specie da parte dei 5stelle che ancora adesso paiono aprire ad una alleanza sia con la Lega che con il PD.
Non bisogna peraltro ignorare che, le scene cui siamo stati costretti ad assistere nel giorno delle dimissioni del Premier Conte in Senato sono state vergognose e imbarazzanti (si pensi alle faccette e al bacio del rosario di Salvini o ai sorrisetti di Di Maio che visibilmente godeva dei rimproveri fatti al “traditore”).
Lecito supporre, dato il riferimento del Presidente della Repubblica alla “rottura polemica” che quella situazione abbia imbarazzato pure lui.
Si precisa comunque che martedì prenderà avvio un giro di consultazioni completo e che verranno riascoltati tutti i partiti e i presidenti delle Camere.
Si prospettano dunque altre due intense giornate al termine delle quali verrà finalmente presa una decisione.