Le reazioni avverse legate a questa modalità, che hanno associato al 18% degli italiani in 18 anni, sono diventate comuni, affermano gli autori dello studio. Se i pigmenti utilizzati vengono regolarmente citati per spiegare le allergie del tatuaggio, questa è la prima volta che viene sollevato il ruolo degli aghi per tatuaggio. Niente a che vedere con una possibile mancanza di igiene.
È un fenomeno meccanico che esiste solo “quando l’inchiostro del tatuaggio contiene biossido di titanio (presente nei colori vivaci di tatuaggi come il verde, il blu o il rosso)”, ma non “con l’inchiostro nero di carbonio”. Secondo Ines Schreiver, il primo autore dello studio, “l’impatto esatto sulla salute” dei tatuaggi non possono ancora essere misurati. “Questi sono effetti a lungo termine che possono essere valutati solo da studi epidemiologici che monitorano la salute di migliaia di persone nel corso di decenni”. Il team che ha condotto questo studio è guidato da ricercatori dell’Istituto federale tedesco di valutazione dei rischi.
Include anche scienziati europei Synchrotron Grenoble (Isère) e diversi istituti e università tedeschi.. Insomma, anche se lo studio è parziale, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è ancora una volta oltremodo evidente che chiunque si sottoponga alla tatuazione della pelle deve sapere che le conseguenze non sono sempre piacevoli e quelle positive si fermano, purtroppo, soprattutto e soltanto al lato estetico.