Il made in Sardegna verso India, nel 2018, ha reso oltre 27 milioni di euro. Si tratta, per la maggior parte, di prodotti derivati dalla lavorazione del greggio, del comparto estrattivo e di sistemi industriali legati alla raffinazione del petrolio. L’export di tali prodotti, tra il 2017 e 2018, è cresciuto del 161,8%.
Una piccola parte di queste esportazioni, però, è stata conquistata anche dai prodotti della piccola impresa manifatturiera sarda. Infatti, 2 milioni e mezzo di euro di prodotti agroalimentari, tessili, beni in legno, pelle e metalli, nel 2018 sono volati dall’Isola verso Nuova Delhi. Nell’anno appena passato, l’export delle piccole imprese ha registrato una impennata del 47%, dovuta principalmente alla vendita di prodotti alimentari.
Sono questi i dati che emergono dall’analisi dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte ISTAT, sulle “Esportazioni della Sardegna in India”.
Questi dati confermano come Paesi, ancora poco conosciuti dalle nostre imprese – afferma Antonio Matzutzi, Presidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – in ogni caso siano capaci di generare volume di acquisti e, quindi, come per le nostre realtà lo spazio di crescita sia enorme. Le imprese – continua il Presidente – hanno ormai capito come il “mercato domestico” non sia più sufficiente e come quello globale offra molteplici opportunità da cogliere.
Nell’anno passato, in India dall’Isola, sono stati acquistati 1 milione e 424 di euro di prodotti agroalimentari (+29,8% rispetto al 2017), 377 mila euro di prodotti tessili (+69,6%), mille euro di abbigliamento (stabile allo 0%), 83mila euro di prodotti in pelle (stabile), 566 euro di materiale legnoso (+75,1%), 54mila di prodotti in metallo (+5,9%), 6mila euro di mobili (0% stabile) e 4 mila euro di altre manifatture (in calo del 72,6%).
Tra le province sarde, capofila è Cagliari con più di 25milioni di export, di cui 88mila di prodotti delle piccole imprese; segue da Sassari con un totale di 2 milioni e 409mila euro, di cui ben 2 milioni e 360mila delle piccole aziende. Per Nuoro solo 210mila in totale e Oristano con solo 19mila euro.
Questi dati sottolineano come anche le piccole realtà – conclude Matzutzi – si stiano affacciando con sempre maggiore determinazione fuori dai confini, e di come sia necessario investire sempre più nell’internazionalizzazione, come la Regione e le imprese fanno da qualche tempo.
Il made in Italy verso l’India vale 4 miliardi di euro e nel 2018 rappresenta un mercato particolarmente dinamico, con l’export in salita dell’11%, una performance migliore del +3,1% dell’export totale.
Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale dello scorso gennaio, nel 2019 il PIL dell’India cresce del 7,5%, migliorando il +7,3% del 2018. Tra le maggiori economie emergenti l’India è quella con il maggiore tasso di crescita, superiore al 4,5% medio dei Paesi emergenti e davanti al 6,2% della Cina; l’economia indiana cresce ad un ritmo più che doppio rispetto alla media mondiale (+3,5%). Per quest’anno gli acquisti dall’estero dell’India sono previsti in salita dell’8,0%, in decelerazione rispetto al +9,5% registrato nel 2018.
Approfondendo l’analisi delle vendite sul mercato indiano per comparto, si osserva una migliore performance in settori di MPI – alimentare, moda, prodotti in metallo, legno e mobili – che nel 2018 crescono del 16,6% e arrivano a 546 milioni di euro. Prendendo a riferimento i primi 40 Paesi di destinazione dell’export di MPI, che accumulano il 90,6% del totale, l’India rappresenta il mercato più dinamico, davanti alla Corea del Sud con 11,2%, Svizzera con 10,9%, Cina con 10,8%, Canada con 9,1%, Messico con 7,7%, Serbia con 7,1%, Croazia con 6,6%, Vietnam con 6,1%. L’Italia, dietro alla Germania, è il secondo paese dell’Unione europea per quota di export dei settori MPI verso l’India (16,3% del totale UE).
Per maggiori informazioni: WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT