Reduce dal concerto della sera prima con il suo gruppo a Berchidda, il trombettista norvegese, ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico, condurrà gli ascoltatori attraverso gli intensi paesaggi sonori che compongono il caleidoscopio del suo discorso musicale.
Nel pomeriggio il festival fa tappa nell’area archeologica di Museddu, poco fuori Cheremule: protagonista del concerto in programma alle 18, Gegè Munari: di ritorno a Time in Jazz un anno dopo la sua precedente e unica apparizione al festival sardo. Classe 1934, il decano dei batteristi jazz italiani si presenta in quintetto con il trombettista Francesco Lento, il sassofonista Marco Ferri, il pianista Domenico Sanna e il contrabbassista Vincenzo Florio, giovani compagni d’avventura con cui ha anche inciso un disco live nel 2015. Il repertorio si concentra su uno dei periodi più belli della storia del Jazz americano, l’era del Blue Note Sound degli anni Sessanta di Lee Morgan, Herbie Hancock, Miles Davis.
In serata, a Berchidda, dopo la quotidiana parata di strada della Funky Jazz Orkestra con i cinque percussionisti di Afro Giembè, sul palco centrale del festival, quello allestito in piazza del di Piazza del Popolo, riflettori puntati sul trio formato da Paolo Fresu (tromba e flicorno), Daniele di Bonaventura, grande interprete del bandoneon, lo strumento a mantice tipico del tango, e il violoncellista Jaques Morelenbaum, tra i nomi di spicco della scena musicale brasiliana, noto in Italia in particolare per le collaborazioni con Caetano Veloso.
Protagonisti, insieme alle voci corse del coro A Filetta, del riuscito progetto “Mistico Mediterraneo” e del duo “In Maggiore”, entrambi pubblicati dalla prestigiosa etichetta ECM, il trombettista sardo e il bandoneonista marchigiano costituiscono da tempo un riuscito sodalizio artistico. Quello di Fresu con Morelenbaum è invece nato sulla scia della collaborazione del violoncellista brasiliano in “Alma”, l’album del trombettista sardo con Omar Sosa, uscito nel 2012 per la Tǔk Music, e ha avuto il suo battesimo proprio a Time in Jazz, sei anni fa. Dall’incrocio fra le due esperienze ha preso forma questo trio, che nei mesi scorsi ha tenuto una decina di concerti in giro per l’Italia, dopo quelli dell’anno passato in sud America.
E sono soprattutto brani di autori di quella parte del mondo, e in particolare brasiliani, a costellare la scaletta del concerto di domani sera (mercoledì 14) a Berchidda: brani come “O que sera” di Chico Buarque De Hollanda, “O que tinha de ser” di Antonio Carlos Jobim, e “Samba em preludio” di Baden Powell e Vinicius De Moraes, tra gli altri. Ma non mancheranno naturalmente i pezzi originali dei tre musicisti, oltre a un tuffo nella musica di Bach e nel duecentesco “Laudario di Cortona”, di cui Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura hanno proposto una rilettura consegnata recentemente alle tracce di un disco, dopo diverse esibizioni in vari festival e città italiane.
- Altri eventi di mercoledì 14
Oltre ai concerti, anche la giornata di domani propone, come sempre, tante altre occasioni e appuntamenti a Berchidda. “Time to Children”, ad esempio, ovvero lo spazio che il festival dedica ai più piccoli e al loro incontro con la musica: il pubblico, in questo caso non solo bambini ma anche adulti, potrà partecipare alle 10, nella pineta del Sacro Cuore a Berchidda, al “Drum Circle“ del percussionista Stefano Baroni, un cerchio di percussioni in cui chiunque può fare musica, lavorando sull’ascolto, sulla propria musicalità e su quella di gruppo, attraverso delle semplici tecniche: un modo di fare musica insieme fortemente inclusivo, accessibile a persone di ogni età e cultura.
Al Cinema Comunale di Berchidda, per la rassegna di film a cura di Gianfranco Cabiddu si potrà vedere, alle 17, “Mater Matera”, un documentario di Simone Aleandri che racconta la magica città lucana ancora in uno stato di semi-isolamento, un attimo prima di aprirsi al mondo diventando capitale europea della cultura 2019.
Alle 19, alla Casara, la sezione del festival dedicata agli incontri con i libri e i loro autori, presenta invece l’etnomusicologo Marco Lutzu con “Non potho reposare. Il canto d’amore della Sardegna“, il suo saggio (libro più cd) edito da Nota nel 2017, che ricostruisce la storia e la diffusione della popolarissima canzone composta un secolo fa da Giuseppe Rachel su un testo di Salvatore Sini. Parteciperanno all’incontro, condotto da Ottavio Nieddu, la cantante Ilaria Porceddu, Daniela Deidda (voce recitante) e il musicista Stefano Rachel, pronipote dell’autore della melodia.
Alla Casara, si possono anche visitare le due mostre fotografiche di Roberto Cifarelli, “Time to Time 2018” e “The Black Square”: aperte tutti i giorni dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 16,30 alle 21,30.
- Anticipazioni sulla giornata di Ferragosto
A Time in Jazz, come da tradizione, la giornata di Ferragosto si snoda anche quest’anno tra le chiesette di San Michele e Santa Caterina, nella campagna poco fuori da Berchidda, con una successione di appuntamenti in programma dal mattino al tardo pomeriggio.
Il primo, dedicato ai più piccoli, è alle 10 intorno alla chiesa di San Michele dove ritorna il regista, attore e autore Giancarlo Biffi con l’intrepido e coraggioso gufetto Rosmarino, protagonista del racconto “Rosmarino ma tu mi vuoi?“, una tenera storia d’amore e gelosia fraterna per piccoli lettori, pubblicata su carta da edizioni Segnavia; in azione, con Biffi, Paolo Fresu alla tromba, Sonia Peana al violino e la voce di Catia Gori.
Un’ora più tardi, alle 11, sempre a San Michele, si parla di Il Jazz va a Scuola, l’associazione nata lo scorso febbraio, a un anno esatto dalla costituzione della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano presieduta da Paolo Fresu, con l’obiettivo di promuovere, sviluppare, diffondere e valorizzare nella scuola il linguaggio del jazz, proseguendo e ampliando il lavoro avviato dall’associazione I-Jazz. Il Jazz va a Scuola è presieduta dalla cantante Ada Montellanico che insieme al vicepresidente Mario Piatti interverrà all’incontro.
A seguire, musica con il quintetto di Gegè Munari e la seconda parte del suo “Blue Note Project“, prima del trasferimento nella vicina chiesetta di Santa Caterina per l’immancabile pranzo tipico berchiddese.
Il pomeriggio si apre alle 17 con la presentazione di “Tanto per cambiare“, un saggio di Enrico Parsi (Pacini Editore, 2019) dedicato a Time in Jazz, il cui contenuto è ben sintetizzato nel sottotitolo: “Paolo Fresu, Berchidda e altre storie di economia civile“.
Poi, alle 18, sempre alla Chiesa di Santa Caterina, altro immancabile appuntamento del ferragosto di Time in Jazz, quello con i suoni della tradizione: di scena quest’anno il duo Fantafolk di Andrea Pisu e Vanni Masala, due riconosciuti maestri dei rispettivi strumenti, le launeddas e l’organetto diatonico, impegnati da alcuni anni in un percorso di sperimentazione che, partendo dagli schemi ritmici dei balli sardi, si apre a diverse influenze esterne creando una musica coinvolgente e dal forte carattere personale.
Per chi, invece, resta in paese, il pomeriggio propone l’ultimo documentario in visione per la rassegna di film curata dal regista Gianfranco Cabiddu: alle 17, al Cinema Comunale, si proietta “As time goes by”, di Simone Aleandri, ritratto di Silvano Campeggi, in arte Nano, l’uomo che ha illustrato, dal dopoguerra fino agli anni ’60, più di tremila manifesti cinematografici (da “Via col Vento” a “Casablanca”, a “Ben Hur” e “West Side Story”), alimentando i sogni di generazioni dai muri delle nostre città.
La serata di Ferragosto in Piazza del Popolo è come sempre divisa in due set: il primo vede quest’anno al centro dei riflettori un’autentica icona della canzone italiana, Ornella Vanoni. Con lei sul palco di Time in Jazz, Fabio Valdemarin al pianoforte, Nicola Oliva alla chitarra, Nicola Di Camillo al basso e Paolo Muscovi alla batteria.
Poi, nella seconda parte della serata (con ingresso gratuito), tolte transenne e poltroncine, spazio alla consueta festa di Ferragosto: a menare le danze, quest’anno, sarà l’Orchestra Casadei che, guidata dal 2000 da Mirko Casadei, intreccia suoni e sapori di generi musicali di svariate provenienze; il liscio, marchio della dinastia romagnola, diventa trasversale, contamina e si fa contaminare, incrociando reggae, ska, taranta, altri ritmi e generi.
- Ultimi appuntamenti venerdì 16
Calato il sipario sul palco di Piazza del Popolo, il festival vive le sue ultime battute di questa trentaduesima edizione nella giornata di venerdì 16: alle 12 al Museo del Vino di Berchidda, l’immancabile presentazione della bottiglia da collezione di Time in Jazz, seguita poi da quella del libro “Time in jazz Diary” del fotografo Roberto Cifarelli.
Alla stessa ora, ma all’aeroporto di Olbia, parte “Air bandoneon”, un concerto in solo di Daniele di Bonaventura, uno dei maggiori interpreti del bandoneon sulla scena internazionale.
Reduce da questa esibizione, Daniele di Bonaventura sarà poi protagonista insieme a Paolo Fresu dell’ultimo concerto e atto conclusivo del festival, che anche quest’anno va in scena – con inizio alle 18 – nel prezioso contesto naturalistico dello Stagno di San Teodoro.
Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero telefonico 079703007 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Aggiornamenti e altre notizie sono disponibili sul sito www.timeinjazz.it e alla pagina www.facebook.com/timeinjazz.
Time in Jazz fa parte dei progetti LIFE GreenFEST, dell’Associazione I-Jazz, della Federazione nazionale Il jazz italiano e del Sardinia Jazz Network.
La trentaduesima edizione di Time in Jazz è organizzata dall’associazione culturale Time in Jazz con il sostegno dell‘Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Comunità Montana Monte Acuto, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti nel festival, e dell’Agenzia Regionale Forestas, con il contributo della Fondazione di Sardegna e del Banco di Sardegna – BPER Gruppo, di Unipol Gruppo, di Corsica Ferries–Sardinia Ferries e della SIAE. Supportano il festival anche il Consorzio di Porto Rotondo e Jaguar Land Rover, la cooperativa Latte Arborea, Geasar – Aeroporto Costa Smeralda, Faenza Group. Media partner Radio Monte Carlo, Spotify, Spreaker e Scuola Holden.
Time in Jazz fa parte dei progetti LIFE GreenFEST, dell’Associazione I-Jazz, della Federazione nazionale Il jazz italiano e del Sardinia Jazz Network.