Un lavoro caparbiamente concentrato sulla forza della parola che diventa suono, sulla poesia che prende corpo in scena, sulla capacità fascinatoria che essa ha sul pubblico, sul suo essere punto di arrivo e culmine della plurimillenaria storia del teatro e delle letterature occidentali.
Le numerose narrazioni di Panaro sono il risultato di questo lungo viaggio nel mondo della letteratura di ieri e di oggi: dal racconto della guerra di Troia alla follia di Orlando, dalle Mille e una Notte alle novelle del Boccaccio, dai più appassionanti romanzi russi dell’Ottocento fino all’immensa prosa della Recherche di Proust.
In virtù della sua memoria fenomenale, Panaro va in scena per oltre un mese recitando ogni sera una storia nuova, una delle tante che costituiscono il suo vasto ed ecclettico repertorio.
In un percorso di studio durato trent’anni egli ha generato una forma assoluta di rappresentazione, quasi un rito scenico che riconduce il teatro al nucleo fondamentale della sua stessa natura: la sola presenza dell’attore e del suo pubblico.
Il suo teatro è alieno dalla tentazione – tipicamente contemporanea – che richiede all’attore di sovrapporsi al testo, fino a trasformarlo in qualcosa d’altro, in una specie di traduzione appetibile per i gusti e le mode del momento.
Panaro, al contrario, col più profondo rispetto verso la parola scritta, propone se stesso come semplice e fedele interprete dei grandi capolavori; la sua memoria e la sua voce sono al servizio del racconto e il suo corpo ne è il burattinaio nascosto.
Si rimane sempre stupiti nello scoprire come un attore, da solo, senza l’ausilio di alcuna scenografia, vestito di un semplice abito neutro, riesca ogni sera, grazie alla sua arte evocatrice, a riportare in vita centinaia di memorabili personaggi della letteratura che credevamo di aver dimenticato e che invece scopriamo, con emozione, essere sopravvissuti in noi e continuare a parlarci dagli sterminati depositi della nostra memoria collettiva.
Paolo Panaro, attore e regista teatrale, si è formato presso la scuola di Interpretazione ed Espressione Scenica, diretta dal maestro Orazio Costa Giovangigli, ideatore del metodo mimico e col quale ha approfondito lo studio del teatro di parola e di poesia. In seguito, ha completato i suoi studi seguendo i laboratori tenuti da Tonino Pierfederici, erede della grande tradizione attoriale del teatro comico italiano; i laboratori diretti dall’attore polacco Jerzy Stuhr, formatosi alla scuola russa del realismo stanislavskijano; ha seguito i corsi di alta specializzazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ diretti dal maestro Luca Ronconi, dall’attrice Marisa Fabbri e dal musicologo Paolo Terni. Ha collaborato con attori come Roberto Herlitzka, Lucilla Morlacchi, Massimo Venturiello, Paolo Graziosi, Peppe Barra; con i pianisti A.Brendel, R.Baharami eA.Romanovsky; con i direttori d’orchestra A.Bosman e G.Albrecht.
Come attore ha preso parte a numerosi spettacoli teatrali, di cui ricordiamo i più importanti: I FIORI DEL MALE da C. Baudelaire, PUNTI DI VISTA E CONSIDERAZIONI DI JOHANNES KREISLER E DI LADY PSICHE ZENOBIA da E.T.Hoffmann e E.A.Poe, LO STRANO CASO DI VIA LORCINE di E.Labiche, TIMONE D’ATENE di W.Shakespeare tutti con la regia di Walter Pagliaro; LA GATTA CENERENTOLA di Roberto De Simone; SONATA A KREUTZER da L.Tolstoj, regia di Massimo Venturiello; AIACE da Sofocle e Ghiannis Ritsos, regia di Paolo Gazzarra; OMAGGIO A NIETZSCHE, DIALOGHI CON L’ANGELO da Gitta Malatz, entrambi con la regia di Daniele Abbado; PEER GYNT di Ibsen, regia P.P.Pacini.
Parallelamente alla sua attività di attore, elabora, a partire dal 1990, un originale catalogo di narrazioni letterarie, tratte dal patrimonio del grande letteratura e che spaziano fra i diversi generi narrativi: dalla favola al poema, dal racconto al romanzo contemporaneo.