Tale svalutazione ha provocato una conseguenza immediata sulla borsa di Wall Street: gli analisti hanno registrato una contrazione notevole negli affari. Come ha agito il governo cinese per svalutare la sua moneta? In pratica, a Pechino hanno scelto di ridurre la moneta cinese, denominata renmimbi, sotto il limite psicologico di 7 dollari.
Svalutazione Yuan cinese, anche il mercato Forex ne risente
Anche sul mercato del Forex, dando un’occhiata su https://www.giocareinborsa.com/piattaforme-trading per approfondire l’argomento delle piattaforme trading, la decisione ha avuto delle conseguenze. Infatti, la moneta cinese è scesa da 7,04 dollari fino a 6,88 dollari: la flessione è evidente e sotto gli occhi di tutti.
Il Governo di Pechino non ha usato vie di mezzo per rispondere in modo veemente ai nuovi dazi imposti dagli Usa. La scelta di svalutare la propria moneta ha delle basi logiche ben precise. L’obiettivo è quello di garantire maggiore supporto all’industria manifatturiera cinese, provando a diminuire i danni portati dalla scelta del Governo americano di aumentare nuovamente i dazi negli scambi commerciali.
La Cina, quindi, ha scelto di usare l’arma di svalutazione dello Yuan per contrastare la mossa a stelle e strisce: per la prima volta si è fuoriusciti dal classico botta e risposta, ma sono state introdotte delle misure differenti. Un segnale preoccupante di come la guerra commerciale in atto stia salendo notevolmente di colpi.
In men che non si dica è arrivata anche la contromossa americana. Trump, infatti, ci ha messo veramente poco per commentare la misura drastica di ridurre lo Yuan presa dal Governo di Pechino, definendola come una violazione di grave portata nei confronti degli accordi commerciali in vigore tra le due superpotenze. Non è finita qui, dato che Trump ha lanciato diverse accuse al governo cinese, puntando l’indice contro una manipolazione eccessiva dello Yuan.
I tre effetti principali della mossa di Pechino
Una situazione che rischia davvero di precipitare, almeno stando all’analisi portata avanti da parte di Nick Wall, che si occupa della co-gestione del fondo Merian Strategic Absolute Return Bondi Merian Global Investors. Il fatto che lo Yuan cinese fosse fissato con fermezza al cambio contro il dollaro americano si poteva considerare come il requisito primario per permettere una svolta, positiva ovviamente, nelle trattative tra le due superpotenze.
Venuto meno anche quel requisito, adesso probabilmente la situazione è giunta ad un punto di non ritorno: la tensione tra Stati Uniti e il Governo di Pechino difficilmente potrà essere allentata. Una scelta, quella della Cina, che ha tre conseguenze principali. La prima è quella di far precipitare qualsiasi chance di successo nelle trattative sui dazi. Poi, per quanto concerne il forex, la svalutazione dello Yuan cinese renderà più forte il dollaro americano, ma quanti hanno sottoscritto prestiti nella valuta di riserva potrebbero trovarsi diverse sorprese indesiderate. Infine, sarà inferiore la “porzione” di deflazione mondiale che verrà importata dalla Cina.