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Una versione al femminile – affidata alle attrici Rita Atzeri (che ha curato anche l’adattamento del testo), Maria Grazia Bodio, Isella Orchis e Gisella Vacca sulla colonna sonora eseguita dal vivo dal polistrumentista Nicola Agus – dello storico spettacolo della Cooperativa Teatro di Sardegna, dal dramma in due atti di Romano Ruju riscritto per la scena da Gianfranco Mazzoni e impreziosito dalle poetiche “ballate” di Francesco Masala
Una pièce emblematica ispirata alla rivolta popolare scoppiata a Nuoro il 26 aprile del 1868 contro la privatizzazione delle terre voluta dal consiglio comunale della città sulla base della famigerata “Legge delle Chiudende” – che avrebbe privato i poveri e i meno abbienti di una fondamentale fonte di sostentamento. Paskedda Zau (al secolo Pasqua Selis Zau) è l’eroina di quella epica giornata, in prima fila nel pretendere il rispetto delle consuetudini, in un risveglio della coscienza sociale dettato dai soprusi, dalla fame e dalla disperazione: al grido de “A su connotu!” la folla invase il municipio per dar fuoco alle carte, nel tentativo di distruggere i documenti che sancivano la vendita all’asta dell’agro pubblico.
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Un episodio importante nell’epopea del popolo sardo – anche se non riuscì a mutare il corso degli eventi: dopo il rinvio a giudizio dei rivoltosi e dei presunti istigatori dei disordini, in un processo risoltosi con un’amnistia, concessa dal re su richiesta del deputato Giorgio Asproni, nel 1871 venne comunque perfezionata la vendita dei terreni e sancita così l’abolizione dei diritti di “ademprivio” (ovvero dell’uso civico delle terre comunali, che permetteva la sopravvivenza dei più poveri).
“Su Connottu” è un racconto corale – riproposto in forma di mise en éspace en plein air nel giardino della Villa Pollini a Cagliari – sede della Soprintendenza – per l’evento organizzato dal CeDAC sotto l’egida del MiBAC, inserito nel progetto “Leggerezza”. Uno speciale “invito alla lettura” attraverso il linguaggio del teatro, dove parole, suoni e visioni concorrono alla rievocazione di una pagina significativa della storia della Sardegna.
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Sotto i riflettori Maria Grazia Bodio e Isella Orchis (già interpreti del fortunato allestimento del dramma di Romano Ruju firmato da Gianfranco Mazzoni per il Teatro di Sardegna, con inserti poetici di Francesco Masala) insieme con Rita Atzeri e Gisella Vacca che presteranno corpo e voce ai protagonisti di una vicenda fortemente legata alla memoria collettiva e all’identità del popolo sardo. Un’opera densa di pathos, una cronaca avvincente delle animate riunioni del consiglio comunale con l’esposizione dei pareri contrastanti degli esponenti delle diverse correnti politiche, fino alla decisione finale e alle intempestive dimissioni del sindaco, prologo all’esplosione della rivolta.
“Su Connottu” conserva tutta l’attualità e l’urgenza “rivoluzionaria” di una pièce ispirata e modellata sui fatti, in una trasfigurazione poetica che trasforma la ribellione contro l’ingiustizia delle genti nuoresi guidata da Paskedda Zau in un avvenimento cruciale e di alto valore simbolico, come momento di riscatto e presa di coscienza degli umili – o meglio del “popolo” – contro i poteri forti. L’alienazione della proprietà pubblica e la negazione di un diritto – giustificata con la necessità di reperire le risorse per pagare la costruzione della linea ferroviaria, in capo ai comuni – avvengono senza tenere conto delle istanze e neppure delle conseguenze per la fascia più debole della popolazione. In nome del progresso si sacrificano gli interessi dei singoli e si soddisfano le ambizioni e l’avidità dei ricchi proprietari terrieri, favorendo la speculazione dei ceti più abbienti e impoverendo ulteriormente coloro che già sbarcavano il lunario a fatica – privandoli di un diritto consuetudinario e acquisito all’uso delle terre civiche.
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La rivolta de “Su Connottu” non influì sul corso della storia, la vendita delle terre venne solo dilazionata nel tempo e infine regolarizzata, a dispetto dell’occupazione “abusiva”, eppure quest’episodio – grazie anche al dramma di Romano Ruju, rappresentato in tutta l’Isola, con oltre trecento repliche, nella fortunata edizione del Teatro di Sardegna approdata anche alla Biennale di Venezia e al Festival di Santarcangelo di Romagna e premiata al I Festival Internazionale di Teatro delle Cinque Terre (e già prima ai versi del poeta nuorese Salvatore Rubeddu) è entrata a far parte della moderna epopea di un popolo di “vinti ma non convinti”.
“Su Connottu” si inserisce nel progetto di invito alla lettura “Leggerezza” a cura del CeDAC, in cui le parole scritte si fanno suono, grazie all’arte del teatro, e le storie e i personaggi rivivono sulla scena, per un ideale viaggio dentro la letteratura alla (ri)scoperta di opere fondamentali della cultura sarda e italiana, europea e mondiale – patrimonio dell’umanità.
“Su Connottu” a Villa Pollini a Cagliari è un evento organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna con il contributo e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del MiBAC / Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (e del Turismo). Prosegue con “Su Connottu” a Villa Pollini la feconda collaborazione tra il CeDAC e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna con eventi e spettacoli in spazi insoliti – gallerie e musei, ma anche giardini – con l’obiettivo di valorizzare monumenti antichi e edifici di particolare valore storico-architettonico attraverso le arti della scena – a partire dal Festival La Notte dei Poeti nell’inimitabile scenario del Teatro Romano di Nora.
A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori protestarono contro la volontà del Consiglio Comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine.
All’evento emblematico dell’epopea del popolo sardo s’ispira “Su Connottu” – “- un classico del teatro sardo – scritto nel 1972 dal poeta, romanziere, drammaturgo nuorese Romano Ruju e portato in scena per oltre 300 recite dalla cooperativa Teatro di Sardegna – il primo spettacolo in cartellone a essere rappresentato.
Nell’opera di Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini.
Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo, a dare lettura del testo, adattato, saranno Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, due attrici storiche del Teatro di Sardegna, Gisella Vacca e il polistrumentista Nicola Agus.
“Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”, specifica Atzeri.
Note storiche. Il 26 aprile del 1868 i moti popolari nuoresi culminarono nella sommossa di Su Connottu, dal grido di battaglia della popolazione ormai esasperata, a distanza di 80 anni dal 1796, quando i sardi scesero in piazza per protestare contro la tirannia feudale al canto di “Procurad’ ‘e moderare Barones sa tirannia”. Allora a guidarli fu Giovanni Maria Angioi, a Nuoro invece il popolo scese in piazza guidato da una popolana, Paskedda Zau.
Il motivo scatenante fu dato dall’amministrazione comunale, che, ispirandosi alla Legge delle Chiudende, fu autorizzata ad abolire i diritti di uso comune dei territori comunali da parte dei cittadini residenti e a mettere in vendita al migliore offerente i terreni interessati. Tutto ciò doveva anche concorrere a finanziare gli inglesi della Compagnia della Ferrovie che allora realizzavano le prime strade ferrate sarde. Questo provvedimento comportò di conseguenza a pastori e contadini il non poter più usufruire dei terreni destinati al pascolo e alle coltivazioni, facendo mancare loro l’unica fonte di reddito e di sostentamento.