In Sardegna sono 10.544 gli addetti del settore alimentare e delle bevande. 8 lavoratori su 10 (l’85,8%, pari a 9.043) sono impiegati nelle micro e piccole imprese (realtà con meno di 49 dipendenti). Nel solo comparto artigiano operano 5.733 lavoratori, il 54,4% di tutta la forza lavoro del settore food and drink.
Ed è anche grazie alle capacità professionali degli addetti dell’agroalimentare sardo che il cibo Made in Italy conquista, sempre più, i mercati internazionali. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, il nostro export nazionale di alimenti e bevande è cresciuto del 6,9%, a fronte del +2,5% del totale dell’export manifatturiero, portando a 35,3 miliardi (pari al 2% del Pil) il valore, su base annua, delle nostre vendite di food all’estero.
Tutto ciò viene rilevato dal rapporto nazionale dell’Ufficio Studi di Confartigianato, secondo il quale tra i nostri migliori clienti vi sono il Giappone, gli Stati Uniti , Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia.
Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – afferma Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che sempre più risponde alle esigenze di una clientela che nel corso dei lustri ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari. In ogni caso, è merito di questi “artigiani del cibo” se i nostri prodotti piacciono tanto anche all’estero – continua Matzutzi – un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato. Il fatto che anche l’export agroalimentare continui a segnare una crescita, segnala un riconoscimento internazionale che non può che renderci orgogliosi.
Se il food made in Italy piace così tanto, il merito è soprattutto delle piccole imprese: dei 445.665 addetti del settore alimentare e bevande, infatti, il 61,3% (pari a 273.263) lavora in piccole imprese e il 35% (156.095) opera in imprese artigiane.
Secondo Confartigianato è proprio il trend dell’occupazione un altro record del food made in Italy: negli ultimi cinque anni è cresciuta del 12,9%, un ritmo più che doppio rispetto al +5,1% della media UE.
Una tendenza che si conferma nel trimestre agosto-ottobre 2019, con le imprese del settore che prevedono l’assunzione di 34.650 lavoratori. Di questi 11.780 sono operai e artigiani specializzati nelle lavorazioni alimentari, di cui però le imprese segnalano una difficoltà di reperimento del 51,1%, di gran lunga superiore al 29,7% della media indicata dal totale delle imprese.
Confartigianato Sardegna ricorda come sia immenso il “giacimento” della food economy dell’Isola, prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo.
Le eccellenze del food made in Sardegna, quelle garantite dai marchi europei DOP e IGP, sono diventate 8. All’Agnello di Sardegna, al Carciofo spinoso di Sardegna, al Fiore Sardo, al Pecorino Romano e quello Sardo, all’Olio Extra Vergine di Sardegna e allo Zafferano di Sardegna si sono aggiunti i Culurgionis d’Ogliastra, che pongono la nostra isola al 16esimo posto tra tutte le regioni italiane che, tutte insieme, annoverano ben 299 prodotti agroalimentari di qualità.
Inoltre, in Sardegna sono stati censiti ben 206 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Gli artigiani e le piccole imprese, infatti, utilizzano materie prime locali e metodi di produzione tipici che ne sottolineano il legame con il territorio. La genuinità delle specialità artigiane fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del Food regionale nel mondo.
I prodotti della nostra tradizione alimentare vanno promossi ancora di più – conclude il Presidente -, pasticcerie, panifici, gelaterie, servizi di ristorazione, aziende produttrici di pasta, carne, formaggi, olio, vini, birra e tanto altro, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo.
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Per maggiori informazioni: WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT