Ai nastri di partenza a San Teodoro la quarta edizione del festival San Teodoro Jazz, la manifestazione dedicata al genere di matrice afroamericana e alle sue immediate derivazioni, che rivivrà nel suggestivo borgo gallurese (dal quale prende il suo nome) alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, ampliando da quest’anno i suoi consueti luoghi con l’aggiunta di una nuova location mozzafiato presso i Giardini di Cala Brandinchi.
Cinque giorni ricchi di concerti, masterclass, presentazioni e jam session con il quintetto del batterista Roberto Gatto, il pianista statunitense Danny Grissett, il sassofonista Francesco Bearzatti, il chitarrista Federico Casagrande, e poi il bassista Dario Deidda, il batterista Francesco Ciniglio, il quintetto Entropy, il giovane sassofonista sardo Elias Lapia, l’hammondista Jim Solinas e tanti altri.
Nato dall’idea del suo direttore artistico, il clarinettista teodorino Matteo Pastorino (da anni trapiantato a Parigi), patrocinato e supportato con forza e convinzione dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di San Teodoro, il festival nelle passate edizioni ha ospitato sul suo palcoscenico alcuni tra i più importanti artisti isolani e non, come il chitarrista Paolo Angeli, i sassofonisti Gavino Murgia e Massimo Carboni, il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, il sassofonista statunitense Logan Richardson, il contrabbassista Salvatore Maltana, il fisarmonicista Luciano Biondini e il batterista Jarrod Cagwin, tra gli altri.
L’edizione 2019 ruoterà attorno a tre parole chiave che ne hanno contraddistinto l’edizione precedente: freschezza, gioventù e jazz, con la precisa volontà di mettere in risalto e dare spazio ai nuovi talenti che, attraverso il contatto con i veterani del genere, potranno crescere e approfondire nuove strade espressive e di ricerca.
“Il festival anno dopo anno cresce e prende forma per intensità e qualità – sottolinea il suo direttore artistico Matteo Pastorino -, riconfermando le tre parole che ne hanno contraddistinto la precedente edizione: freschezza, gioventù e jazz. La grafica di questa edizione mostra una figura mitologica con la testa di un gallo (di Gallura) e il corpo di un batterista di jazz.
La batteria, dunque, viene messa in primo piano come anima viva di questa ricchissima espressione musicale, che affonda le sue radici nella cultura africana, ancor prima di attecchire negli Stati Uniti. Il mio desiderio è quello di far scoprire alla popolazione locale, ai turisti residenti, o semplicemente alla gente di passaggio in questa perla del mediterraneo, nuova musica, nuovi musicisti e incrementare la curiosità verso l’affascinante mondo del jazz.
Oltre ai consueti concerti in piazza Gallura a San Teodoro, ci saranno, inoltre, due concerti che apriranno e chiuderanno il festival in una nuova location che si aggiunge alle nostre consuete. Saremo presenti, infatti, presso i giardini di Cala Brandinchi, meravigliose distese di verde a ridosso della spiaggia da cui prendono il nome. Tutti gli altri concerti saranno concentrati nel centro del borgo teodorino, tutti a ingresso libero.
Il festival proporrà, come sua abitudine, musica di qualità, con la conseta miscela di artisti affermati e nuovi talenti isolani di assoluto valore. Dopo gli eventi in prima serata, ci saranno ogni sera dei concerti seguiti da jam session, dislocati in diversi locali del centro teodorino, con l’intento di creare un ambiente stile jazz club, luogo fertile di scambio, di contatto, colonna vertebrale del genere e dove il pubblico possa interagire e condividere l’energia dei musicisti a pochi metri di distanza. Le masterclass dei musicisti, vera e propria novità per la manifestazione, permetteranno di arricchire l’offerta anche sotto il punto di vista pedagogico.”
San Teodoro Jazz è organizzato dall’Associazione Culturale San Teodoro Jazz con il patrocinio e supporto del Comune di San Teodoro, in collaborazione con I Giardini di Cala Brandinchi, La Posta, il Verso Sud, Lu Brutoni, Galusé, Mousiké, Lukamura, Ristorante La Mesenda, Terra di Mare-Resort & Spa, Coclea Relais, Florian Café & B&B e B&B FRANCY.
L’ingresso ai concerti è libero.
IL PROGRAMMA – La quarta edizione del festival San Teodoro Jazz vivrà la sua anteprima mercoledì 4 settembre presso i Giardini di Cala Brandinchi, una suggestiva distesa di verde a ridosso della spiaggia da cui prende il nome, tra i nuovi luoghi del festival. Alle 18 a tenere a battesimo l’edizione 2019 sarà il San Teodoro Jazz Quintet, composto da Denise Gueye alla voce, Matteo Cara al pianoforte, Salvatore Maltana al contrabbasso e il direttore artistico Matteo Pastorino al clarinetto e clarinetto basso e Armando Luongo alla batteria.
Il giorno dopo (giovedì 5 settembre) il festival entra nel vivo e si fa bello nella piazza Gallura (tradizionale luogo dei concerti serali): aprirà la serata (alle 21), il quintetto Entropy, formazione composta da Marco Maltalenti alla tromba, Paolo Corda alla chitarra, Marco Bande al pianoforte, Fabrizio Leoni al contrabbasso e Jacopo Careddu alla batteria. Il progetto (vincitore dell’European Jazz Contest 2019) convoglia le sonorità e ritmiche del jazz, sposando le contaminazioni più varie della black music, strizzando l’occhio al rock, e spaziando tra differenti livelli che confluiscono in una sintesi musicale decisamente personale.
Alle 22 sul palcoscenico salirà una delle pietre miliari del jazz italiano: a San Teodoro arriva, infatti, Roberto Gatto, tra i più importanti batteristi italiani, con un trascorso che lo ha visto ambasciatore del jazz italico nel mondo sin dai suoi esordi. Vincitore anche quest’anno del sondaggio indetto dal magazine JAZZIT (si è classificato al primo posto come miglior batterista italiano), il musicista arriva in Sardegna con il suo nuovo progetto che lo riporta alla dimensione prettamente acustica, e lo vede affiancato da Alessandro Lanzoni al pianoforte, Alessandro Presti alla tromba e Matteo Bortone al contrabbasso, giovani e solidi compagni di viaggio che accompagneranno il batterista romano in un percorso variegato attraverso le cadenze di varie culture, ritmi e atmosfere, tra brani originali e standard del jazz.
A seguire concerto e jam session presso “La Posta” (largo Emilio Lussu, a San Teodoro) con il Simone Faedda Trio, con lo special guest Alain Pattitoni che affiancherà Simone Faedda alle chitarre e Marco Occhioni al contrabbasso e Bruno Brozzu alla batteria.
Venerdì 6 settembre la giornata del festival inizierà dal primo pomeriggio: alle 15 al via le masterclass di perfezionamento al Teatro Cupola di San Teodoro. Roberto Gatto terrà la Masterclass di batteria, mentre Dario Deidda, Danny Grissett e Francesco Ciniglio terranno la Masterclass di combo jazz (info e prenotazioni www.santeodorojazz.com).
Alle 21 protagonista sul palco principale di piazza Gallura sarà il duo composto dal sassofonoista Francesco Bearzatti e dal chitarrista Federico Casagrande sulla scia del disco “Lost songs”, pubblicato dalla CAM Jazz nel 2018 e che li ha visti collaborare e unire i rispettivi linguaggi e le comuni e variegate visioni della musica. In questa occasione i due musicisti (da tempo residenti in Francia) dialogano intimamente su ampi spazi e atmosfere rarefatte. Bearzatti è un musicista creativo e ricco d’inventiva, costante sperimentatore che tende ad allargare continuamente gli orizzonti della sua musica con la forza e l’energia del suo sassofono intriso di blues. E’ indubbiamente tra i musicisti italiani più rappresentativi del genere di matrice afroamericana, sia come leader che come session man. Esperto nell’improvvisare e nel trascinare instancabilmente gli altri musicisti, in questa occasione incontrerà Casagrande, talento geniale e innovativo, con alle spalle importanti studi classici e jazz e con un’importante esperienza accumulata suonando e spaziando sapientemente tra vari generi musicali.
Appuntamento dopo festival (dalle 23), come consuetudine, al “Verso Sud” di via Tirreno a San Teodoro con il concerto e la jam session che vedrà al centro gli Spooks, formazione composta da Marco Bande (piano e tastiere), Andrea Uggias (sax tenore), Francesco Ciuti (basso elettrico) e Jacopo Careddu (batteria). Il progetto unisce musicisti che, pur proveniendo da estrazioni musicali differenti, hanno da subito trovato un comune denominatore nella musica fusion. Al loro attivo vantano la partecipazione al Festival Internazionale dei Conservatori Italiani della Città di Frosinone e la partecipazione con trionfo ai contest “Part’e Sole” e “OrganSound Music Contest”. Attualmente la band è al lavoro per la realizzazione del primo album, la cui incisione è prevista entro la fine del 2019.
La penultima giornata del festival (sabato 7 settembre) vedrà alle 21 la presentazione editoriale del libro “Sardegna, Jazz e dintorni”, con gli autori, i giornalisti Simone Cavagnino e Claudio Loi sul palco di piazza Gallura. Edita nel giugno 2018 da Aipsa, l’opera è suddivisa in cinque sezioni tematiche, comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda e Rossella Faa, tra gli altri. Ad arricchire il lavoro, le introduzioni del musicologo e musicista Enrico Merlin, e quella del giornalista Giacomo Serreli.
Dopo la presentazione gli amplificatori si accenderanno per il trio del batterista napoletano Francesco Ciniglio, che vanta al suo attivo collaborazioni con Wynton Marsalis, Sheila Jordan, Aaron Parks, Seamus Blake, Shai Maestro, Joe Sanders, Philip Dizack, Dayna Stephens, Cyrille Aimée, solo per menzionarne alcuni. Residente a New York da 10 anni, ha ricevuto recentemente una borsa completa per la Juilliard School, e ha ottenuto l’Artist Diploma, nello scorso maggio. Il suo più recente album da leader è “Wood” (Fresh Sound New Talent 2016) con Aaron Parks e Joe Sanders, e molti altri da sideman. L’artista campano sarà affiancato per l’occasione dal pianista statunitense Danny Grissett e dal bassista Dario Deidda.
Al termine del concerto principale, le atmosfere si infiammeranno a partire dalle 23 presso “Lu Brutoni” (via dei Gerani 4, San Teodoro) con l’organ trio del pianista e organista Jim Solinas, funambolico talento naturale degli 88 tasti, che si esibirà insieme a Paolo Corda alla chitarra e Juri Altana alla batteria.
Il festival vivrà la sua giornata finale domenica 8 settembre presso i Giardini di Cala Brandinchi, alle 18 con il trio del giovane e talentuoso sassofonista Elias Lapia, vincitore nel 2019 vincitore della XVIII edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani e del Premio Nuovo Imaie. Ad accompagnarlo ci saranno Nicola Muresu al contrabbasso e Francesco Ciniglio alla batteria. A seguire, infine, un concerto e jam session dalle 23 con ospiti a sorpresa presso “Galusè” (via Tirreno 13) per chiudere in bellezza la quarta edizione del festival San Teodoro Jazz.
IL FESTIVAL – Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO – Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare.
Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti, fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura.
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