Il NURARCHEOFESTIVAL aggiunge un’altra tessera preziosa nel mosaico della sua undicesima edizione. Domani, giovedì 5 settembre, approda alla rassegna firmata dal Crogiuolo Arianna Scommegna, attrice di grande talento e spessore, che ha ottenuto importanti riconoscimenti come i premi “Hystrio” e “Ubu” ed è stata diretta da registi come Gabriele Vacis e Serena Sinigaglia. Sarà a Bosa, new entry nel circuito del NAF, nella cornice del Chiostro del Carmelo, dove alle 20 proporrà un lavoro pensato appositamente per il festival: NON SONO NATA PER CONDIVIDERE ODIO – La voce di Antigone da Sofocle ai nostri giorni, di cui Scommegna ha scritto la drammaturgia con Maddalena Giovannelli e dove l’attrice milanese sarà accompagnata da Mell Morcone al pianoforte, autore anche delle musiche originali.
Rivoluzionaria, santa, terrorista: Antigone, più ancora di ogni altro personaggio del mito greco, è stata rappresentata e reinterpretata nei modi più diversi. Figlia del rapporto incestuoso fra Edipo, re di Tebe, e sua madre Giocasta, sorella di Ismene, Eteocle e Polinice, la sua forza nell’opporsi alle ingiustizie del potere è stata letta come un simbolo di resistenza e coraggio per tutta la tradizione occidentale (Antigone, per garantire una onorevole sepoltura negata al fratello Polinice, sfidò le leggi dello Stato, quelle di Creonte, divenuto re di Tebe, e venne condannata a morte, murata viva in una grotta). Ma il suo totale rifiuto per i compromessi e la sua intransigenza la rendono, per altri versi, un personaggio poco simpatetico. La coesistenza di questi due poli continua ad accendere pensiero e dibattiti: e proprio questo è il punto di partenza per l’attraversamento sulla figura di Antigone. Il risultato è una drammaturgia per attrice sola, che dialoga con Sofocle ma attinge anche ad alcune delle riscritture più dense del Novecento (Hasenclever, Cocteau, Yourcenar, Morante, Zambrano). La ricerca sulle risonanze del mito approda fino a oggi, nelle parole di un’Antigone contemporanea che non ha esitato ad andare incontro alla morte pur di prendere la parola a tutela dei diritti umani: Anna Politkovskaja, la giornalista russa ritenuta dal potere “scomoda”, voce critica e libera, assassinata a Mosca nel 2006.