La risposta innovativa che il mondo scientifico sta costruendo, alla luce di numerosi studi e ricerche, punta sulla raccolta e la condivisione dei dati: su quei Big Data che, grazie alle nuove tecnologie informatiche, possono essere incrociati e messi a confronto così da individuare le situazioni di criticità ancor prima che diventino ingovernabili.
L’intreccio dei dati più prettamente sanitari con quelli ambientali, metereologici e socioeconomici può assicurare, secondo gli organizzatori della due giorni di studi, il miglioramento delle produzioni animali e alti standard sul benessere degli animali.
Il ruolo dei Big data contro le malattie animali: il convegno
I lavori sono organizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) della Sardegna, in collaborazione con il ministero della Salute e con l’organizzazione intergovernativa responsabile del miglioramento della Sanità Animale nel mondo, l’OIE (Office International des Epizooties), oggi denominata OIE-World Organisation for Animal Health.
Ad affollare le sale del T-Hotel di Cagliari saranno, oltre alla direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit, e al direttore generale dei servizi veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello, circa 150 studiosi provenienti da 25 Paesi soprattutto dell’area mediterranea: dal nord Africa al Medioriente passando per l’Europa.
La Sardegna, da parte sua, interverrà con il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, sul tema della peste suina africana, mentre Sandro Rolesu, dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale, farà il punto sulla Blue tongue (lingua blu), la febbre catarrale che colpisce gli ovini. Porterà inoltre i saluti della Giunta regionale l’assessore della Sanità, Mario Nieddu.
L’appuntamento della prossima settimana si inserisce nell’ambito della collaborazione e degli accordi sottoscritti, nel 2017, tra il ministero della Salute, gli istituti zooprofilattici italiani e l’OIE.
Focus: l’OIE
L’OIE è composto da 182 Paesi e ha sede a Parigi. A differenza dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) non fa parte del sistema delle Nazioni Unite.
L’OIE è, tuttavia, riconosciuta dalla Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), quale riferimento per gli standard che si applicano ai commerci internazionali di animali e loro prodotti (carne, latte, formaggi, etc.).
In questo contesto, l’OIE ha acquisito, nel corso degli ultimi decenni, un peso politico e un’autorevolezza sempre più crescente.
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