L’assessore ha spiegato che, la sentenza n. 217 del 2018 della Corte Costituzionale, ha messo dei paletti importanti per l’abbattimento dei cosiddetti animali nocivi, ossia cornacchie e cinghiali, che possono essere effettuati soltanto dai proprietari o conduttori dei fondi.
Lampis ha evidenziato che l’assessorato sta valutando una serie di iniziative per venire incontro ai proprietari dei terreni, danneggiati dalle specie nocive, sia dal punto di vista dell’abbattimento sia dal punto di vista del risarcimento dei danni.
Nel corso del Comitato faunistico regionale sono arrivate, inoltre, le richieste da parte delle associazioni agricole per risolvere il problema delle cornacchie, in particolare nel territorio sassarese, in quello oristanese e in parte del Campidano:
Abbiamo deciso, già nelle giornate di pre-apertura del calendario venatorio del 3 e del 5 settembre – ha affermato Lampis -, oltre alla caccia alla tortora, di consentire la caccia alle cornacchie, proprio per dare un segnale di vicinanza al mondo agricolo e permettere a chi esercita l’attività venatoria di essere d’aiuto agli imprenditori.
L’assessore ha, poi, chiesto alla Commissione qualche giorno per poter analizzare il testo di legge con gli uffici dell’Assessorato.
Ribadisco la necessità urgente di normare questa materia – ha affermato il presidente Maieli -, sia perché non abbiamo gli strumenti per combattere i danni da animali selvatici, come il cinghiale, la cornacchia e il cormorano, sia perché c’è la necessità di monitorare le patologie trasmesse da questi animali.
L’abbattimento delle cornacchie consente, infatti, di monitorare la diffusione di malattie come la West Nile Disease, mentre quello dei cinghiali la trichinellosi.