Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani celebra la ricorrenza della Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono del 16 settembre 2019.
Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 49/114 del 1987 in concomitanza con la firma del Protocollo di Montréal, ricorda l’impegno assunto dai governi mondiali verso la protezione dello strato di ozono terrestre e l’eliminazione graduale delle sostanze emesse dalle attività umane che ne riducono lo strato.
Secondo i dati scientifici che rilevano dai piani climatici presentati nel 2015, il pianeta sta procedendo verso un riscaldamento di 3°C entro il 2100. Un tale riscaldamento, secondo gli scienziati, porterebbe ad una varietà di impatti dannosi sui rischi naturali, sulla biodiversità e l’agricoltura tra cui l’estinzione di molte specie, l’aumento delle ondate di calore, la siccità e l’aumento del livello medio marino.
Alla conferenza sul clima di Parigi del dicembre 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale costituendo un “ponte tra le politiche odierne e la neutralità rispetto al clima entro la fine del secolo” con l’obiettivo del contenimento dell’aumento delle temperature medie del pianeta al di sotto dei 2°C entro il 2100, per stabilizzarlo nei 1,5 °C attraverso azioni di crescita dell’attenzione globale sul clima e di controllo sugli investimenti in combustibili fossili rispetto alle energie rinnovabili.
L’accordo riconosce il ruolo partecipativo dei soggetti non governativi interessati ad affrontare i cambiamenti climatici, comprese le città, altri enti a livello subnazionale, la società civile, il settore privato e altri ancora tra cui, in prima linea, troviamo la scuola.
Le azioni di contenimento delle emissioni, adottate dal Protocollo di Montréal ad oggi, hanno scongiurato l’esaurimento dell’ozono che sta progressivamente riprendendo la sua consistenza e funzionalità cruciale per la vita sulla Terra: proteggere l’uomo e altri esseri viventi dalle radiazioni ultraviolette nocive del sole. I dati del CAMS (Copernicus Atmosphere Monitoring Service) ci indicano che l’estensione spaziale del buco dell’ozono sta attualmente procedendo a un ritmo sostanzialmente più lento del solito. Lo conferma anche il rapporto intitolato Scientific Assessment of Ozone Depletion, pubblicato il 5 novembre del 2016 dall’Omm (Organizzazione meteorologica mondiale) e dal Pnue (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), assieme al Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), Nasa e Commissione europea, secondo il quale entro il 2060 l’intero strato di ozono verrà rigenerato. Un grande traguardo che comincia a farsi strada grazie al concreto impegno assunto per salvare il Clima.
Tuttavia, per assicurare la stabilizzazione delle condizioni naturalistiche compatibili con la vita, occorre un’evoluzione di tipo culturale per ristabilire una relazione equilibrata tra l’uomo, il progresso e l’ambiente che ci ospita.
Il prossimo vertice delle azioni per il clima delle Nazioni Unite si terrà a New York il 23 settembre 2019 e sarà un’occasione di confronto e di elaborazione di un piano di impegno potenziato dei governi, delle imprese e della società civile per ottenere, entro il 2050, emissioni nette di gas serra pari a zero.
Il Coordinamento nazionale dei docenti delle discipline dei diritti umani partecipa alle ambizioni del vertice offrendo il proprio contributo con un fiducioso ottimismo di riuscire in quella che potremmo definire la più grande sfida evolutiva per la sopravvivenza dell’umanità.
Solo una cultura eco-sensibile ed una pianificazione industriale e produttiva eco-compatibile consentiranno la salvaguardia delle delicate ed uniche condizioni climatiche che hanno reso possibile la nostra vita sulla Terra. In tale ottica riteniamo che la scuola costituisca fondamentale veicolo delle buone pratiche verso i giovani e le loro famiglie, allo scopo di trasferire alle future classi dirigenti un’etica ambientale ed antropologica.
L’anno scolastico che sta per cominciare si contraddistingue, sin d’ora, per la straordinaria mobilitazione di studenti e docenti sensibili alla salvaguardia del pianeta. Sono in atto le programmazioni di didattiche dedicate alla tutela ambientale con sinergia nazionale anche grazie alla nascita del movimento Teachers for future, la rete di insegnanti per l’ambiente attivatasi sull’onda dei movimenti giovanili e studenteschi del Friday for Future.
Il CNDDU, in occasione della giornata ed allo scopo di ispirare i giovani sul clima, propone al Miur l’istituzione di un riconoscimento, per ogni ordine e grado dell’ordinamento scolastico, corrispondente ad un “Premio Nobel studentesco per l’impegno ambientale” da attribuire agli studenti che si contraddistingueranno nell’individuazione di azioni innovative per il clima, incentivando l’adesione al concorso con borse di studio per la formazione in campo ambientale o partecipazione a campus dedicati.
Nella ferma convinzione che gli insegnanti siano i professionisti chiave per la realizzazione della rivoluzione culturale ambientale, il CNDDU promuove inoltre l’avvio di un piano di formazione ministeriale degli insegnanti per migliorare la conoscenza sui cambiamenti climatici tra cui cause, impatti, misure di mitigazione e adattamento, individuare le migliori modalità di insegnamento dei concetti in classe e realizzare la concreta integrazione sistematica di istruzione, formazione, sensibilizzazione e partecipazione al cambiamento climatico della società civile.
#student climate inspiration