La Commissione agricoltura e caccia del Consiglio regionale ha dato il via libera alla proposta di riforma della legge che regolamenta l’esercizio della caccia alle cornacchie in Sardegna, problema molto sentito in relazione ai danni che i volatili provocano a colture e campi agricoli.
La modifica, condivisa e perfezionata dall’assessore Gianni Lampis e recepita dal Parlamentino, riguarda due aspetti dell’articolo 6 della legge regionale 23 del 1995.
A firmarla i consiglieri regionali Emanuele Cera (FI), Piero Maieli (PSd’Az), Silvio Piras (Ppi), Sara Canu (Lega), Francesco Mula (RS), Giovanni Satta (UDS), Stefano Schirru (PSd’Az), Fabio Usai (PSd’Az) e Gianfranco Mariano Lancioni (PSd’Az).
Il provvedimento è la conseguenza delle criticità emerse a causa delle oggettive difficoltà a intervenire per limitare o prevenire i danni provocati dalle cornacchie. Riguarda, inoltre, l’individuazione dei soggetti che provvederanno agli abbattimenti.
Era stato proprio il consigliere oristanese di Forza Italia, Emanuele Cera, a chiedere all’assessore Gianni Lampis e all’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia un immediato intervento, con una lettera in cui si faceva interprete del grande sconforto degli operatori agricoli della Provincia di Oristano, in modo particolare quelli del Sinis e del Terralbese.
La Regione aveva dato il via libera per formare dei corpi professionisti preposti all’abbattimento delle cornacchie, ma una sentenza della Corte Costituzionale aveva limitato i soggetti legittimati alle operazioni di abbattimento, indicandoli nei soli proprietari o conduttori dei fondi depredati dai volatili.
I firmatari della riforma proposta chiedono che sia possibile delegare a terzi le operazioni di abbattimento, così da permettere ai proprietari dei campi di essere sostituiti da personale più idoneo e preparato. Questo anche perché la legge non consentiva la difesa delle produzioni agricole da parte di soggetti privi di porto d’armi e di abilitazione venatoria, e di fatto escludeva dalla difesa del proprio terreno chi non era cacciatore e chi non godeva di queste specifiche caratteristiche.
“La possibilità di delegare terzi”, afferma il consigliere Emanuele Cera, “non incide sui principi richiamati dalla Corte costituzionale, essendo i soggetti autorizzati agli abbattimenti delegati dei titolari, pur ampliandone il numero. Ciò consente di superare le criticità emerse in punto di attuazione dei piani e di rendere gli stessi rispondenti agli scopi”.
“Rispetto alla normativa di riferimento ”prosegue Cera“ la normativa è inoltre più restrittiva, poiché subordina la partecipazione agli abbattimenti, anche dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali i piani si attuano, al superamento di un esame abilitativo, conformandosi alle esigenze dì tutela della fauna espresse dalle sentenze della Corte costituzionale. In questo caso, infatti, l’integrazione da parte della legge regionale accresce il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente imposto dalla citata norma statale”.
Tutti i soggetti che svolgeranno l’attività di abbattimento oltre ad essere muniti della licenza di porto di fucile per uso caccia e dell’autorizzazione per l’esercizio venatorio, devono aver partecipato a corsi di formazione specifici per il controllo della fauna selvatica e aver superato i relativi esami.
Nel caso di grave ritardo e/o inerzia da parte dei soggetti preposti all’attuazione dei piani, l’Assessore della Difesa dell’Ambiente con proprio Decreto, nominerà una Commissione con poteri sostitutivi.
Cagliari, 20/09/2019