Slot machine, gratta e vinci, Lotto, Superenalotto, scommesse. Il disturbo da gioco d’azzardo seduce con diverse modalità, tutte allettanti, tutte rischiosissime. Lo dimostrano i dati sulle cifre spese per il gioco in Sardegna nel 2018. Numeri esorbitanti che fanno riflettere: a spendere di più sono i residenti nelle zone più povere dell’Isola.
Un dato allarmante che la consigliera regionale del M5S, Carla Cuccu, ha richiamato in un’interpellanza in cui chiede l’applicazione urgente della legge regionale n°2 dell’11 gennaio 2019, che detta disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del disturbo da gioco d’azzardo (GAP), non solo un fenomeno sociale ma una vera e propria patologia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Proprio per contrastare i fattori di rischio legati al gioco d’azzardo – spiega Carla Cuccu –, la Giunta regionale ha approvato il piano regionale del gioco d’azzardo patologico, da rivedere ogni due anni. Oggi è nostro dovere, è dovere di questo governo regionale, farsi carico dell’emergenza e mettere in campo tutte le risorse utili a combattere la piaga sociale del gioco d’azzardo.
Lotta al gioco d’azzardo: in che modo?
La consigliera regionale dei Cinque Stelle elenca nel dettaglio i passi da compiere. È necessario, infatti:
- definire e rilevare i dati e i fenomeni, che dovranno essere monitorali dall’osservatorio regionale del gioco d’azzardo;
- promuovere campagne di prevenzione e sensibilizzazione sui rischi legati al gioco d’azzardo;
- definire e utilizzare il logo “Not – Slot Regione Sardegna”;
- istituire la giornata regionale contro il gioco d’azzardo;
- rendere più incisiva l’azione di contrasto da parte della Regione, vietando la concessione di spazi pubblicitari dedicati;
- determinare le distanze minime dai cosiddetti “luoghi sensibili” (scuole, ospedali, luoghi di aggregazione giovanile).
Combattere la fetopatia alcolica, riordinare i centri di salute mentale, lottare contro la ludopatia. Continua per la consigliera dei Cinque Stelle la necessità improcrastinabile di mettere l’individuo al centro della programmazione della Sanità pubblica.
In una società in forte sofferenza, per l’acuirsi di fenomeni che ingenerano dipendenze patologiche come risposta al disagio sociale dell’individualismo esasperato – ha detto Cuccu –, è urgente adottare misure atte a prevenire tali disagi sociali, ricreare una socialità relazionale, che collochi la solitudine degli individui come scelta personale e non più come unica realtà di sopravvivenza possibile, imposta da un sistema che pensa a produrre solo profitti in modo facile, anziché sviluppare il valore che ogni singolo uomo porta in sé.