Lo stesso Capitano poi resosi conto di aver fatto il passo più lungo della gamba, ha tentato maldestramente di riconciliarsi con gli ex alleati, i quali tuttavia avevano già cominciato le trattative per creare una nuova maggioranza con “il partito di Bibbiano”, il PD.
Così gli ex nemici sono diventati amici e viceversa gli ex amici sono diventati acerrimi nemici.
Certo non si può dire che la coerenza sia una caratteristica della nostra classe politica.
Ma “la crisi più pazza del mondo” finalmente si è conclusa, e i nuovi Ministri hanno prestato giuramento oggi nelle mani del Capo dello Stato.
Sia chiaro, non prima di avere avuto il lasciapassare dagli iscritti alla piattaforma Rousseau, perché in questo contesto già assurdo di suo, non poteva mancare l’ulteriore elemento di assurdità in cui 80 mila persone, cittadini comuni, decidono di fatto il destino e il futuro di un intero Paese.
A nulla dunque sono serviti gli appelli sui social, le dirette facebook della leader i Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e del Capitano della Lega Matteo Salvini: il governo giallorosso è nato.
Dopo giorni e giorni di “totoministri” ieri il Premier Conte ha presentato la tanto attesa lista di coloro che faranno parte del “governo di svolta e di discontinuità”.
Il Ministero degli Interni, in questi 14 mesi al centro di infinite polemiche, è stato affidato alla Prefetta Luciana Lamorgese, la cui nomina palesa la necessità e la voglia di spoliticizzare questa importante istituzione. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Lamorgese aveva già in passato manifestato alcune sue opinioni in materia di immigrazione sostenendo che “bisogna accogliere nelle regole e non respingere il diverso, che può essere un arricchimento per il territorio” in una linea dunque nettamente diversa rispetto a quella del predecessore leghista.
Col delicato compito di presiedere uno dei Ministeri più spinosi, quello dell’Economia, è stato nominato lo storico Roberto Gualtieri (PD), molto apprezzato fra gli eurodeputati per la capacità di lavoro, ha contribuito , tra l’altro, ad evitare che l’Italia fosse soggetta alle procedure di infrazione europee col passato governo.
In luogo della Ministra Elisabetta Trenta, firmataria dei tanto discussi decreti sicurezza di stampo leghista, è stato nominato alla Difesa, il piddino Lorenzo Guerini, ex Dc e presidente del Copasir personaggio tanto schivo quanto importante al punto da aver preso parte, al fianco dell’ex leader PD Mattero Renzi, al famoso incontro del Nazareno.
Subentra a Danilo Toninelli (M5S) alla guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la 46enne piacentina Paola De Micheli (PD) ex manager nel settore agroalimentare prima di intraprendere la carriera politica.
Nominato all’Istruzione, il grillino Lorenzo Fioramonti, 42enne professore ordinario di economia politica, ha già fatto discutere per la sua idea di “ tassare gli snack”. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dice “Vorrei delle tasse di scopo. Per esempio sulle bibite gasate e sulle merendine o sui voli aerei che inquinano. L’idea è: faccio un’attività che inquina, ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani”.
Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 stelle, diventa nel nuovo Governo Ministro degli Esteri, e la soddisfazione è tale che al momento del giuramento, si presenta raggiante di fronte al Capo dello Stato, mentre il Premier Conte, dal canto suo gli fa l’occhiolino.
Al posto di Di Maio, a ricoprire la carica di Ministra del Lavoro, viene chiamata Nunzia Catalfio, prima firmataria del ddl sul reddito di cittadinanza e strenua sostenitrice del salario minimo.
Al Ministero dell’Ambiente viene riconfermato Sergio Costa (M5S) già Ministro nel medesimo dicastero durante l’esperienza del Conte 1 e generale di brigata dei Carabinieri Forestali che, in passato, ha indagato sui rifiuti tossici sotterrati nella Terra dei Fuochi.
Riconfermato anche Alfonso Bonafede (M5S) al Ministero della Giustizia, (quasi avessimo già tutti dimenticato l’epico video dell’arresto di Cesare Battisti) mentre in luogo di Giulia Grillo , sarà l’esponente Leu Roberto Speranza a doversi occupare del Ministero della Salute.
Dario Franceschini, storico esponente del PD,diventa invece Ministro della Cultura, posizione già ricoperta peraltro con Renzi e Gentiloni.
Altro Ministero piuttosto delicato, quello dello Sviluppo Economico, viene affidato a Stefano Patuanelli (M5S) già capogruppo del Movimento in Senato.
Sono invece tre esponenti del PD, Vincenzo Amendola, Francesco Boccia e Giuseppe Provenzano che si occuperanno rispettivamente degli affari europei, degli affari regionali e del mezzogiorno.
In luogo dell’ex ministro Fontana, sarà Elena Bonetti (PD) ad occuparsi del Dipartimento per la Famiglia, mentre un’altra donna, Fabiana Dadone (M5s) condurrà quello della Pubblica Amministrazione.
Un’altra grillina, Paola Pisano docente di gestione dell’innovazione a Torino guiderà il dipartimento per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, mentre Teresa Bellanova manderà avanti il Ministero dell’Agricoltura.
Saranno infine Vincenzo Spadafora e Federico D’Incà, entrambi esponenti dei 5 stelle, a gestire rispettivamente il dipartimento per le politiche giovanili e lo sport, e i rapporti col Parlamento.
Discussa fino all’ultimo tra i due partiti, la posizione di sottosegretario alla presidenza del consiglio, particolarmente importante e delicata, specie se si considera che è proprio dalle mani del sottosegretario che passano i dossier più importanti.
Malgrado le rivendicazioni del PD, il ruolo è stato infine attribuito al 38enne dei 5stelle e fedelissimo di Di Maio, Riccardo Fraccaro, nomina la sua, che sancisce di fatto l’assenza ufficiale del Pd da Palazzo Chigi.
Vero è che come contrappeso, il governo Conte 2 ha indicato Paolo Gentiloni (PD) come commissario europeo agli affari economici, il quale prenderà dunque il posto del francese Pierre Moscovici.
Questa dunque la nuova squadra di Governo in cui si contano ventuno ministri di cui solo 7 donne, che stamani alle 10:00 circa ha giurato nelle mani del Capo dello Stato di “svolgere il proprio lavoro nell’interesse esclusivo della Nazione”.
Può dunque, almeno per il momento essere tirato un sospiro di sollievo, specie da parte di chi nelle elezioni, e nella sicura vittoria di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, vedeva l’inizio di una deriva autoritaria.
Ma anche le borse e lo spread hanno reagito positivamente dopo la presentazione della lista dei ministri, con il FTSE MIB che ha guadagnato l’1,58% e lo spread Btp/Bund sceso a 150 punti.
Certo, al di là delle scommesse sulla sua durata, questo governo si troverà a dover gestire situazioni estremamente difficili e complicate come ad esempio quella relativa alla disoccupazione giovanile. Rilevante a tal proposito è che tra i punti del nuovo programma di governo ne figuri uno relativo alla necessità di individuare un giusto compenso per i lavoratori non dipendenti, onde evitare le varie forme di abuso e di sfruttamento cui sono soggetti in particolar modo i giovani.
L’unico auspicio è che le parole non rimangano solo tali ma si tramutino in fatti.