Fine settimana caratterizzato da due appuntamenti appoggiati economicamente dal CIP Sardegna. A Stintino è di scena la FINP Sardegna che organizza la manifestazione Freedom in Water che per sabato pomeriggio prevede la sesta edizione del Campionato Italiano di Nuoto Paralimpico in acque libere. Per l’occasione sarà presente il vice presidente vicario CIP Sardegna Paolo Poddighe.
Ad Oristano il 14 e 15 settembre 2019 si tiene il campionato zonale Hansa 303 manifestazione in acque salmastre organizzata dalla ASD Veliamoci. Attesa anche la presidente Cristina Sanna.
Dall’ultima convenzione quadro stipulata da INAIL e CIP per i prossimi quattro anni sono emersi dei punti molto interessanti tra cui il sostegno all’orientamento, all’avviamento e alla pratica sportiva delle persone con disabilità da lavoro e quello relativo alle iniziative promozionali per la diffusione della cultura dello sport a favore delle persone con disabilità.
E il 1° Campus Estivo Summer Contest 2019 ha assecondato in pieno queste aree tematiche chiamando a raccolta dieci atleti vogliosi di mettersi in discussione con l’esercizio di tre pratiche sportive, legate al mare e non solo.
Il ritrovo è stato a Cannigione (Arzachena) presso il Centro Vacanze Isuledda, Località La Conia dal 5 all’8 settembre con la presenza di tre Federazioni: per la FIV (Federazione Italiana Vela) erano presenti i tecnici Cristina Atzori, Paolo Marchesi, Noemi Jacob e Benedetta Sechi; la FICK (Federazione Italiana Canoa e Kajak) con Luca Calandrino, Efisio Ardau e Salvatore Cappello; infine la FPICB (Federazione Paralimpica Italiana Calcio Balilla) con Claudio Secci e Roberta Cubeddu.
I dieci partecipanti, individuati dagli assistenti sociali INAIL: Massimo Matta, Francesco Falqui, Gianfranco Peddis, Massimo Gerano, Antonio Abis, Marco Batzu, Silvio Mariano Gasperini, Francesco Brau, Giuseppe Murru, Giammarco Mereu.
Non è voluta mancare la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna, l’assistente sociale dell’INAIL Donatella Zizi e il delegato CIP Inail Antonio Murgia.
“Dal punto di vista della logistica, il luogo si è presentato molto funzionale – ha dichiarato proprio Murgia – anche se il vento particolarmente attivo in quella zona ci ha messo i bastoni tra le ruote per alcune uscite in acqua, soprattutto con la vela, rivelatasi la disciplina più ambita al punto che sono stati necessari i turni per accontentare tutti”.
E l’idea di invitare la FIV trova fondamento nel progetto avviato due anni fa con il contributo del CIP Sardegna che ha portato all’acquisto di una barca Hansa, al cui utilizzo possono accedere anche le persone paraplegiche. “Si è voluta dare continuità a questo investimento – continua Antonio Murgia – ma nel contempo si vuole approfondire la pratica della canoa; la scelta del calcio balilla non è casuale perché si è praticato nei momenti in cui si staccava dalle discipline acquatiche”.
Dal punto di vista dei rapporti umani si è creato subito un bel gruppo che ha dato vita a nuove amicizie. I soggiornanti si sono confrontati non solo su tematiche sportive, ma anche sociali e giuridiche, dove ognuno ha elargito consigli basati sulla propria esperienza personale. Immancabili i siparietti a base di scherzi e battute, specie durante una festicciola in spiaggia che ha reso ancor più piacevole la convivenza tra i protagonisti.
Anche le sensazioni della presidente del CIP Sardegna sono lusinghiere: “I partecipanti li ho visti divertiti e soddisfatti – esordisce Cristina Sanna – perché si sono impegnati in tutte e tre le discipline. Il calcio balilla è stato lo strumento idoneo a favorire i rapporti interpersonali perché è una disciplina che riesce a fare gruppo. I tecnici Secci e Pusceddu hanno improvvisato anche un campionato a premi, con tanto di bottiglie di vino in palio e tutto questo ha accresciuto il bel clima che già si era sviluppato precedentemente. Mi è piaciuta molto la dislocazione della struttura che favorisce la pratica sia della canoa, sia della vela grazie ad una serie di accessi curati nei minimi particolari affinché entrambe si potessero svolgere in contemporanea”.
Un altro risvolto molto positivo è che gran parte degli assistiti INAIL ha dato la propria adesione per partecipare ai futuri corsi di avviamento e orientamento alla pratica sportiva delle tre discipline ospitate a cannigione.
LA FICK PARALIMPICA SARDA NELLE PAROLE DEL PRESIDENTE LUCA CALANDRINO
La Sardegna paralimpica ha un altro ramo fruttuoso sul piano dei risultati. Pure in casa FICK (Federazione Italiana Canoa e KaYak), non mancano le eccellenze che negli ultimi anni sono state rappresentate dall’atleta cagliaritana Anna Pani (Circolo KaYak Sardegna Le Saline). Anche nell’ultima edizione dei Campionati Italiani disputati questo mese all’Idroscalo di Milano, ha riportato il successo nel KL2 pagaiando i mille metri in 6’26.22.
Il presidente regionale della FICK Luca Calandrino la conosce molto bene sin dagli anni novanta in quanto militanti nella stessa società: “Anna è tra le prime atlete italiane ad aver praticato la paracanoa – dice – e ne ho sempre apprezzato la tenacia e la voglia di andare avanti”.
Calandrino ha fatto di tutto e di più all’interno del settore: come atleta si tolto la soddisfazione di vincere un titolo ai Campionati Italiani Universitari e ha raccolto numerosi metalli nei campionati italiani giovanili e assoluti. Nel frattempo intraprende anche l’attività di tecnico. A 35 anni la scelta di abbandonare l’agonismo per cimentarsi con la politica sportiva: prima gli impegni come segretario regionale e contemporaneamente la nomina a commissario nazionale di Ocean Racing, Gare mare aperto e Carte Federali. Nello scorso mandato tenne la delega per la paracanoa sarda, ma causa degli impegni aumentati a dismisura l’ha poi ceduta parzialmente, nell’ambito della parte prettamente tecnica, al consigliere Efisio Ardau.
La paracanoa isolana ha espresso diverse potenzialità nell’ultimo trentennio..
Abbiamo atleti sardi che hanno vinto medaglie anche ai mondiali. Oltre alla stessa Anna, menzionerei Giovanna Chiriu e altri atleti di livello come Giovanni Pilia e, tra i più giovani, Andrea Verona.
La federazione nazionale ultimamente ha subito un processo di ammodernamento
Questo è accaduto a partire dalla metà degli anni 2000. E’ riuscita a creare un sistema di gare in cui si è favorita l’aggregazione e il coinvolgimento. Da qui si è arrivati poi all’istituzionalizzazione della paracanoa grazie ad eventi nazionali e internazionali che pure io ho avuto la fortuna di vivere direttamente.
E quindi sono mutati anche metodi di preparazione?
Con l’inserimento della canoa alle Paralimpiadi il movimento è stato travolto e poi stravolto da un’evoluzione e da un innalzamento del tasso tecnico e anche da una modifica regolamentare importante che ha messo in subbuglio i nostri piani Praticamente da creatori delle regole ci siamo trovati a subirne gli orientamenti, spesso imposti.
Non vi ha portato nulla di positivo?
Beh, in realtà possiamo bearci di qualcosa. Il mio amico cagliaritano Stefano Porcu, che lavorava in comitato con me quando ero segretario, lo scorso quadriennio è stato nominato tecnico della nazionale di paracanoa e ha portato gli atleti a Rio. E’ lui che trasmettendomi tutte le evoluzioni del settore mi permette di affrontare certe tematiche con maggiore disinvoltura.
Come è attualmente il movimento paracanoistico sardo?
L’attività si sviluppa prevalentemente a Cagliari. Ci sono stati esperimenti in tutte le altre realtà sarde, ma mancano le infrastrutture. C’è poca elasticità da parte dei praticanti nell’andare oltre l’ostacolo. Si lamentano del godimento dei loro diritti sacrosanti con la persona sbagliata. Per programmare un’attività rivolta ai ragazzi della paracanoa non mi servirò mai dei fondi che ci sono stati concessi per la gestione dell’attività generale. Non sarebbe giusto nei confronti degli altri. Ai nostri atleti paralimpici ho sempre detto che avrebbero diritto, attraverso canali specifici, allo stanziamento di fondi e risorse.
E’ una disciplina di sacrificio la vostra?
Quando fai qualcosa che ti piace e ti appassiona non deve considerarsi un sacrificio ma parte dell’impegno. Ed è ciò che ci insegna il nostro presidente federale Luciano Buonfiglio. Un sacrificio, lo dice la parola stessa, è qualcosa di cui ti privi. Quando fai qualcosa che ti piace è indubbiamente un impegno che comporta anche dei momenti di difficoltà ma per guardare il panorama sulla punta della montagna, ci devi salire.
Quali sono le peculiarità?
La paracanoa è una di quelle poche discipline in cui l’atleta usa lo stesso identico strumento utilizzato dall’olimpico, anche se la canoa è leggermente diversa. Di sicuro per arrivare ad saper utilizzare l’imbarcazione da gara occorrono tanti bagni. Da noi, per impostazione politica data dal Comitato, tutte le gare regionali sono aperte anche ai canoisti paralimpici.
Ci sono dei però?
Non essendo una disciplina che si pratica in un palazzetto o in una pista d’atletica, non abbiamo avuto l’obbligo di legge di adeguare le nostre strutture anche per i disabili. Di conseguenza i laghi, i bacini e gli invasi non sono sempre naturalmente predisposti a ricevere i paralimpici. Registro resistenze semplicemente all’ascolto da parte degli enti gestori, anche soltanto per ipotizzare interventi che siano importanti.
Che fare?
Se io dovessi proporre la costruzione di uno scivolo in cemento che permetta di raggiungere i pontili all’interno di invasi che sono soggetti a variazioni di livello molto elevati, riceverei resistenze e in più avrei un costo che come federazione non è giusto che io sostenga.
Perché?
Perché le altre federazioni sportive hanno avuto le migliorie con soldi pubblici. E quindi dobbiamo inventarci come adeguarci alle situazioni, spesso scomode. Io vedo come ente idoneo a portare avanti questa necessità all’esterno proprio il CIP. C’è bisogno di investimenti ad hoc utili ad evitare il deturpamento dell’ambiente in seguito alla costruzione di pedane o scivoli. Ci sarebbero tante altre problematiche che andrebbero analizzate con più serenità da parte di tutti.
Prospettive future?
Mi auguro dal profondo del cuore di avere sempre dei praticanti. Vorrei che più persone si avvicinassero alla canoa perché praticandola ci si stacca dalla carrozzina facendo sport nella massima normalità e con un contatto diretto con la natura. E’ impegnativo e logisticamente scomodo perché si è a contatto con l’acqua che spesso non è pulita. Ma per gli appassionati sono problemi davvero secondari.
IL SECONDO ROUND DEI CAMPIONATI REGIONALI SOCIETARI FISPES DI ATLETICA A CAGLIARI
Il Cip Sardegna ha dato una mano d’aiuto concreta alla FISPES regionale per l’allestimento del secondo appuntamento stagionale dei Campionati Societari di Atletica Leggera che si sono svolti nella sempre suggestiva cornice dello stadio Santoru di Cagliari.
Il meeting ha avuto il placet anche da parte della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) che così ha potuto allargare il raggio d’azione anche ai suoi tesserati e a quelli della FISDIR (Federazione Italiana Sport paralimpici degli intellettivi relazionali). “E’ un modo costruttivo di favorire l’inclusione – afferma il responsabile tecnico FISPES Sardegna Antonio Murgia – per ottimizzare le risorse e non lasciare troppo soli i nostri affiliati che per l’occasione si sono presentati in dodici spalmati nelle due società in lizza: ASD Sardegna Sport Cagliari e Polisportiva Luna e Sole di Sassari”.
E proprio il team del capo di sopra ha schierato diversi atleti nella T20, la categoria che accoglie anche atleti FISDIR tra cui l’azzurrino del lancio del peso Cristian Lella e la sua collega Chiara Masia. Per contro, nella sponda cagliaritana spicca l’altro compagno di trasferte internazionali Mattia Cardia.
L’appuntamento era obbligatorio per chi avesse voluto partecipare alle finali nazionali, ma la SASPO, vincitrice del titolo 2017, ha deciso di non prenderne parte.
La competizione in sé, seppur disputata in un giorno infrasettimanale, ha offerto spunti interessanti ed è scivolata via piacevolmente grazie al supporto della FIDAL.
Emergono i risultati ottenuti dai velocisti: il sassarese Federico Cabizza ha portato nella cascina del suo club 1206 punti scaturiti dalla gara dei 200 mt. Il più prolifico per la Sa.Spo. è stato invece proprio Mattia Cardia sui 100 mt con 1153.
I futuri appuntamenti FISPES nel territorio isolano sono ancora da pianificare al meglio: “Diverse date nel calendario nazionale di corsa su strada sono molto appetibili – conclude Murgia – come maratone e tracciati da diecimila metri che potrebbero essere organizzate qui da noi, ma stiamo vagliando ancora tanti aspetti”.
CRISTINA SANNA AI PREMI USSI SARDEGNA
C’era anche la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna alla cerimonia di consegna dei premi USSI organizzata dal Gruppo sardo giornalisti sportivi presso il Business Centre dell’Aeroporto Mario Mameli di Cagliari – Elmas. Ha avuto l’onore di consegnare un premio alla giornalista dell’Unione Sarda Maria Francesca Chiappe. Ma durante l’incontro si è pure congratulata con gli atleti paralimpici che hanno ricevuto dei riconoscimenti tra cui il cestista della nazionale in carrozzina Claudio Spanu, il Team Sardegna Special Olympics, e la medaglia d’argento agli europei di sitting volley Sara Desini.