La figura del dietista nello staff di una Nazionale
Anche Matteo Soragna, intervistato da L’Insider, ha voluto dire la sua sull’argomento, anche se chiaramente i Mondiali di basket portano, per loro natura, ad ospitare tutte le migliori squadre al mondo, che ormai possono contare su una programmazione, sotto ogni aspetto, che non ha alcun eguale rispetto a quanto avveniva qualche decennio fa. Adesso lo staff di una Nazionale può contare su tutta una serie di figure specifiche, come ad esempio quella del dietista.
Come è stato ben messo in evidenza da parte dell’ex giocatore di Treviso e di Biella nel corso della sua recente intervista, lo staff di una Nazionale consta di numerosi collaboratori. Il dietista è colui che si occupa di curare l’alimentazione e il menu che deve essere servito in tavola ai pasti ad ogni giocatore. Di solito si opta per un menu predefinito, ma è chiaro che poi le abitudini di ciascuna Nazionale sono differenti.
Paragonando una Nazionale come gli Stati Uniti e, ad esempio, una notevolmente meno forte e con una tradizione di gran lunga inferiore, come ad esempio la Giordania, si potrà notare come la cura dei dettagli sarà differente. Da parte di ogni Nazionale targata Usa, ad esempio, c’è la massima attenzione a qualsiasi aspetto, che deve essere curato in modo assolutamente maniacale. Insomma, della serie niente deve essere fuori posto.
Come detto, ormai il dietista rappresenta una di quelle figure che non possono mancare all’interno dello staff di una Nazionale di pallacanestro, ma è innegabile come si cerca spesso anche di creare le condizioni in loco per un’alimentazione adeguata alle proprie caratteristiche. Spesso e volentieri, infatti, i Mondiali di basket vengono organizzati in Paesi piuttosto lontani, non solo dal punto di vista della distanza, ma anche per quanto riguarda la cultura alimentare. Ecco spiegato il motivo per cui le varie Federazioni, nella maggior parte dei casi, scelgono di puntare su un hotel che abbia una cucina internazionale. Tante squadre, inoltre, sono abituate a portare pure il cibo da casa. L’obiettivo finale, è facile capirlo, è quello di essere il più preparati possibile.
Dal punto di vista dei giocatori, invece, è bene mettere in evidenza come i vari atleti abbiano una responsabilità ben precisa, non solamente nei confronti di loro stessi, ma anche rispetto alla Nazionale per cui scendono in campo. Ecco spiegato il motivo per cui fare degli errori dal punto di vista alimentare che potrebbero compromettere le proprie prestazioni e creare un danno alla squadra è quanto mai stupido.
La cosa migliore da fare è quella di imparare a gestirsi. Quindi, non fa nulla lasciarsi andare ogni tanto a mangiare due caramelle o due patatine, ma l’importante, come è stato sottolineato da Soragna, è non esagerare. Le abbuffate di cibo spazzatura, infatti, possono andare a condizionare in maniera seria e preoccupante la preparazione. Anche se dall’esterno può sembrare solamente una sciocchezza, in realtà mangiare in maniera scorretta non porta tanto a perdere il proprio talento, quanto piuttosto ad avere meno energia nel momento in cui si scende sul parquet.
Gestione dello stress
Oltre alla gestione del cibo, quindi, diventa fondamentale anche la gestione dello stress. Tutti i giocatori che prendono parte ad una manifestazione del genere, volente o nolente, devono fare i conti con una grande tensione sportiva. I giocatori più bravi sono quelli che hanno imparato, con il passare degli anni e l’aumentare del numero di partite simili da giocare, a gestire questo tipo di situazioni. È chiaro che una pressione simile la si potrebbe avvertire anche durante le partite più importanti in campionato, ma quando si gioca una partita di un Mondiale di Basket, le gambe sicuramente tremano in maniera diversa.
Indossare la maglia della Nazionale, poi, è senz’altro un altro aspetto che presenta un peso specifico non indifferente. Tutto ruota intorno alla bravura di nascondere e sotterrare le proprie emozioni e sentimenti, anche in virtù del fatto che è sufficiente un solo errore ed ecco che si può andare a compromettere un cammino che dura da mesi. I giocatori più bravi, quindi, riescono anche a tenere a bada la paura di perdere, soprattutto quando si tratta di Nazionali che sono costruite per vincere obbligatoriamente e che hanno tutti i favori del pronostico sulle spalle. In alcuni casi, infatti, la paura di perdere può oscurare completamente la voglia di vincere.