Il singolo (testo di Giulia Ventisette, musica della cantautrice e di Franco Poggiali) è accompagnato dal videoclip ufficiale, per la regia di Stefano Decarli, che trovate qui.
Giulia Ventisette, reduce dalla doppia vittoria al Premio Valentina Giovagnini (Premio della Critica e Primo premio per l’inedito “Ho perso”), torna a far sentire la sua voce dopo la pubblicazione del fortunato album “Stanze” (La Stanza Nascosta Records, 2018).
“Il lavoro nobilita l’uomo” riconferma l’urgenza della cantautrice fiorentina, di accendere un riflettore o anche una semplice lampadina – si veda a questo proposito la copertina del precedente “Stanze”- su alcuni aspetti della società moderna.
ll singolo descrive con amara ironia – per dirla con lo scrittore catalano Jordi Puntí – il variegato campionario umano e sentimentale che popola gli uffici e le aziende, frugandone la sconfortante normalità di stereotipie comportamentali senza cadere nel macchiettismo.
Il titolo – spiega Giulia Ventisette – ha chiaramente una valenza ironica, gli uomini e le donne di cui scrivo e canto non hanno niente di nobile nel loro atteggiamento: c’è chi tralascia la propria etica a favore dell’estetica; chi, pur di ottenere una promozione, trascura i figli malati; chi, capo di un ufficio, “latita” per giorni abdicando al suo ruolo, quando non arriva ad assegnare gratifiche lavorative in cambio di prestazioni sessuali; chi si lamenta, aprioristicamente, di qualunque cosa; chi si sente superiore ed è solo un bambino viziato. Dulcis in fundo, si fa per dire, a completamento di questo quadro sconfortante e per niente nobile, popolato di “profili asociali, tutti somiglianti, tutti uguali” (e qui cito volutamente il mio “collega” cantautore Mirkoeilcane) c’è Chiara, doppiogiochista, simulatrice, ipocrita, amica di tutti e di nessuno. “Il lavoro nobilita l’uomo”- probabile citazione di Charles Darwin – sottintende l’amara conclusione: “E lo rende simile alla bestia”.
Il lavoro nobilita l’uomo si regge su una alternanza di registro che si fa dapprima ambivalenza ed infine forza tranchant; l’interazione di suoni acustici e divagazioni elettroniche disegna un tessuto musicale tragicomico, puntellato dalla vocalità essenziale della Ventisette.
Mixaggio e mastering sono stati curati dal musicista e produttore discografico Salvatore Papotto.