Il centrocampista uruguaiano ha trovato delle somiglianze tra la sua terra e quella della Sardegna, nonostante vengano divise da migliaia di chilometri.
“La garra è qualcosa che tiriamo fuori nei momenti più difficili, la voglia di vincere che ti fa tornare a casa con la convinzione di aver dato tutto. Dal primo giorno ho percepito questo legame speciale, mi sento a casa, uno di voi. Questione di cuore e sentimento”
Ciò che l’ha colpito maggiormente? L’affetto dei tifosi.
“Penso che i tifosi apprezzino il fatto che sono una persona tranquilla, che durante la settimana si allena e poi dà tutto in partita. L’impegno è fondamentale, da gennaio (quando c’è stata la possibilità di venire qui) ho ricevuto tanti messaggi dai tifosi che mi hanno accolto a braccia aperte, penso all’affetto della gente al mio arrivo in aeroporto, per me e i miei compagni è una grande responsabilità e daremo il massimo per portare questa squadra più in alto possibile”
L’uruguaiano ha dovuto ereditare una maglia pesante, la numero 18 che fino ad un paio di mesi fa era di Barella.
“La voglia mia e sua di chiudere la trattativa sono state fondamentali, ho apprezzato la decisione di darmi la numero 18 che è stata di un giocatore come Barella, come determinante è stato il passaggio di molti giocatori uruguaiani a Cagliari”.
Dopo la bella vittoria contro il Genoa di venerdì, mercoledì si gioca al San Paolo contro il Napoli. Rispetto per l’avversario, ma non si parte sconfitti.
“Una partita importante per i tifosi, ma soprattutto per noi e scenderemo in campo per vincere. Contro Parma e Genoa siamo entrati in campo con la voglia di vincere, sapendo quello che volevamo e ce lo siamo preso. Il mister è una persona seria e professionale, studia a fondo gli avversari e vuole sempre vincere. Questa società ha un progetto serio, serve tempo, non ho mai avuto dubbi sulla mia scelta e nelle ultime due partite abbiamo mostrato quel coraggio che la gente ci chiede”