Abbiamo assistito a una diatriba infinita incentrata su progetti alternativi, addirittura all’indizione di un referendum che avrebbe scaricato sui cittadini responsabilità tecniche e progettuali che dovrebbero essere in carico ai professionisti e ai politici. Sono state spese solo parole, ma neanche un euro dei fondi già disponibili. E’ doveroso ricordare che il primo atto integrativo tra Ministero dell’Ambiente e Regione Sardegna, relativo alle “opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia”, è stato interamente finanziato. L’atto risale al 29 gennaio scorso. Si tratta di 125,3 milioni di euro, di cui 42,1 milioni a valere su risorse regionali. Ricordo che il progetto è suddiviso in quattro lotti.
Il primo vale 25,3 milioni, disponibili già dal novembre 2015 e comprende le famose vasche di laminazione; il secondo, il terzo e il quarto lotto riguardano, invece, gli interventi sui corsi d’acqua Gadduresu (21 milioni, lotto 3), San Nicola (19,5 milioni, lotto 2) e Siligheddu (57,5 milioni, lotto 4). L’atto integrativo siglato nello scorso gennaio riguarda appunto il finanziamento dei lotti 2,3 e 4 per un ammontare complessivo di 98 milioni.
I restanti 2 milioni, necessari per raggiungere l’importo finale di 125,3 milioni, sono stati stanziati con un altro provvedimento. Ricordo anche che il lotto 1, nonostante i fondi siano disponibili da ben quattro anni, risulta ancora in corso di progettazione. Ora Olbia vive un doppio rischio: vedere svanire i finanziamenti elencati a causa del tergiversare delle istituzioni, locali e regionali, e quello di subire ancora dei danni dalle piogge che arriveranno. In tutti questi anni, la città è stata costretta a fare i conti con la paura di essere nuovamente bersaglio di eventi climatici tanto improvvisi quanto frequenti sapendo di essere ancora vulnerabile. E’ arrivato il momento di prendere una decisione.