Penultima giornata in Gallura per il festival San Teodoro Jazz, manifestazione dedicata alla musica afroamericana e alle sue immediate derivazioni, che per il quarto anno viene proposta dall’omonima associazione con la direzione artistica del musicista e compositore teodorino Matteo Pastorino (da anni trapiantato in Francia).
Domani (sabato 7 settembre) il primo appuntamento del festival vedrà alle 21 la presentazione editoriale del libro “Sardegna, Jazz e dintorni“, con gli autori, i giornalisti Simone Cavagnino e Claudio Loi sul palco di piazza Gallura. Edita nel giugno 2018 da Aipsa, l’opera è suddivisa in cinque sezioni tematiche, comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda e Rossella Faa, tra gli altri.
Ad arricchire il lavoro, le introduzioni del musicologo e musicista Enrico Merlin, e quella del giornalista Giacomo Serreli.
Dopo la presentazione gli amplificatori si accenderanno per il trio del batterista napoletano Francesco Ciniglio, che vanta al suo attivo collaborazioni con Wynton Marsalis, Sheila Jordan, Aaron Parks, Seamus Blake, Shai Maestro, Joe Sanders, Philip Dizack, Dayna Stephens, Cyrille Aimée, solo per menzionarne alcuni. Residente a New York da 10 anni, ha ricevuto recentemente una borsa completa per la Juilliard School, e ha ottenuto l’Artist Diploma, nello scorso maggio. Il suo più recente album da leader è “Wood” (Fresh Sound New Talent 2016) con Aaron Parks e Joe Sanders, e molti altri da sideman. L’artista campano sarà affiancato per l’occasione dal pianista statunitense Danny Grissett e dal bassista Dario Deidda.
Al termine del concerto principale, le atmosfere si infiammeranno a partire dalle 23 presso “Lu Brutoni” (via dei Gerani 4, San Teodoro) con l’organ trio del pianista e organista Jim Solinas, funambolico talento naturale degli 88 tasti, che si esibirà insieme a Paolo Corda alla chitarra e Juri Altana alla batteria.
Il festival vivrà la sua giornata finale domenica 8 settembre presso i Giardini di Cala Brandinchi, con il trio del giovane e talentuoso sassofonista Elias Lapia, vincitore nel 2019 vincitore della XVIII edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani e del Premio Nuovo Imaie.
San Teodoro Jazz è organizzato dall’Associazione Culturale San Teodoro Jazz con il patrocinio e supporto del Comune di San Teodoro, in collaborazione con I Giardini di Cala Brandinchi, La Posta, il Verso Sud, Lu Brutoni, Galusé, Mousiké, Lukamura, Ristorante La Mesenda, Terra di Mare-Resort & Spa, Coclea Relais, Florian Café & B&B e B&B FRANCY.
L’ingresso ai concerti è libero.
IL FESTIVAL – Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO – Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare.
Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti, fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura.