Proseguono gli appuntamenti nel cuore della Gallura con il festival San Teodoro Jazz, la rassegna (quest’anno alla sua quarta edizione) organizzata dall’omonima associazione culturale con la direzione artistica del clarinettista teodorino Matteo Pastorino.
Domani (venerdì 6 settembre) la giornata del festival inizierà dal primo pomeriggio: alle 15 al via le masterclass di perfezionamento al Teatro Cupola di San Teodoro. Roberto Gatto terrà la Masterclass di batteria, mentre Dario Deidda, Danny Grissett e Francesco Ciniglio terranno la Masterclass di combo jazz (info e prenotazioni www.santeodorojazz.com).
Alle 21 protagonista sul palco principale di piazza Gallura sarà il duo composto dal sassofonista Francesco Bearzatti e dal chitarrista Federico Casagrande sulla scia del disco “Lost songs”, pubblicato dalla CAM Jazz nel 2018 e che li ha visti collaborare e unire i rispettivi linguaggi e le comuni e variegate visioni della musica. In questa occasione i due musicisti (da tempo residenti in Francia) dialogano intimamente su ampi spazi e atmosfere rarefatte. Bearzatti è un musicista creativo e ricco d’inventiva, costante sperimentatore che tende ad allargare continuamente gli orizzonti della sua musica con la forza e l’energia del suo sassofono intriso di blues. E’ indubbiamente tra i musicisti italiani più rappresentativi del genere di matrice afroamericana, sia come leader che come session man. Esperto nell’improvvisare e nel trascinare instancabilmente gli altri musicisti, in questa occasione incontrerà Casagrande, talento geniale e innovativo, con alle spalle importanti studi classici e jazz e con un’importante esperienza accumulata suonando e spaziando sapientemente tra vari generi musicali.
Appuntamento dopo festival (dalle 23), come consuetudine, al “Verso Sud” di via Tirreno a San Teodoro con il concerto e la jam session che vedrà al centro gli Spooks, formazione composta da Marco Bande (piano e tastiere), Andrea Uggias (sax tenore), Francesco Ciuti (basso elettrico) e Jacopo Careddu (batteria). Il progetto unisce musicisti che, pur proveniendo da estrazioni musicali differenti, hanno da subito trovato un comune denominatore nella musica fusion. Al loro attivo vantano la partecipazione al Festival Internazionale dei Conservatori Italiani della Città di Frosinone e la partecipazione con trionfo ai contest “Part’e Sole” e “OrganSound Music Contest”. Attualmente la band è al lavoro per la realizzazione del primo album, la cui incisione è prevista entro la fine del 2019.
La penultima giornata del festival (sabato 7 settembre) vedrà alle 21 la presentazione editoriale del libro “Sardegna, Jazz e dintorni“, con gli autori, i giornalisti Simone Cavagnino e Claudio Loi sul palco di piazza Gallura. Dopo la presentazione gli amplificatori si accenderanno per il trio del batterista napoletano Francesco Ciniglio, affiancato per l’occasione dal pianista statunitense Danny Grissett e dal bassista Dario Deidda. Dopoconcerto dalle 23 presso “Lu Brutoni” con l’organ trio del pianista e organista Jim Solinas.
IL FESTIVAL – Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO – Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare. Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti, fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura.