Un’iniziativa molto partecipata il cui senso è stato suggellato dalla presenza di una copia della sacra sindone a grandezza naturale, realizzata dalle Acli di Oristano per stimolare la riflessione e l’interesse intorno ai segni della fede.
[foto id=”286764″]Profondo e articolato l’intervento di Gaspare Mura della Pontificia Università Urbaniana, sull’ambiguo ritorno del sacro nella cultura post moderna. Una cultura caratterizzata a suo dire dal relativismo esistenziale, che trova riscontro anche nelle scienze umane, come sociologia o psicanalisi. Sarebbe questa una delle cause del dilagare di tante nuove forme di fede.
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Tra le citazioni di Gadamer, Levinas e altri filosofi, altro chiaro riferimento è stato quello a Ratzinger, per cui, al fine di orientarsi e salvaguardare la fede autentica dal sacro che apparteneva già ai miti del paganesimo, la Chiesa si è avvalsa fin dalle origini del logos della filosofia. Un collegamento tra la sacralità e i valori umani è stato fatto da monsignor Corrado Melis, vescovo di Ozieri.
C’è un ritorno verso la spiritualità necessario non solo al fine di recuperare la dimensione divina – ha spiegato l’alto prelato – ma anche quella umana, che trasversalmente abbraccia le nostre relazioni e i valori.
La sacralità dell’arte è stata invece indagata da Roberto Puzzu. Prendendo le mosse da “Lo spirituale nell’arte” di Kandinsky, Puzzu ha illustrato il virtuoso esperimento d’arte realizzato negli spazi di Molineddu, a pochi chilometri da Sassari.
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Il tema del tempo è stato approfondito dal punto di vista delle neuroscienze dalla docente dell’Uniss Franca Deriu, che ha spiegato il rapporto tra tempo e memoria, e come le emozioni e lo stato mentale riescano ad alterarne la percezione.
Daniela Masia, dirigente delle Acli di Oristano, ha proposto un’analisi sul tempo della collettività e quello dell’individualità, dalla quale è emerso un fenomeno di smarrimento della socialità contemporanea.
A concludere gli interventi è stato Michele Pinna, direttore scientifico Is.Be, che ha illustrato la sacralità del vivere e morire in Salvatore Satta, autore de “Il giorno del giudizio” e grande giurista, introducendo il concetto di una dimensione sacrale anche all’interno della sfera del diritto. Una dimensione che nella lezione del grande scrittore travalica i confini della scienza giuridica per proiettarsi in una dimensione trascendente.
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