La manifestazione organizzata dall’editore sassarese Giovanni Fara in partnerschip con l’Associazione culturale Flin di Alessandra Mangatia e con la collaborazione dell’amministrazione comunale, della biblioteca e della Pro Loco di Tissi, si è articolata in incontri con gli autori, dibattiti, reading, intermezzi musicali, mostre e aperitivi letterari.
Sabato 14 presso il complesso archeologico Sas Puntas, alla presenza dell’assessore alla cultura Lucia Mameli si è dato inizio ai lavori con una visita guidata della domus de jana, diretta ed organizzata da Catrina Bruno, e a seguire con il reding poetico e musicale dell’artista gallurese Nicoletta Fiorina che ha letteralmente incantato gli spettatori con le musiche della tradizione popolare e la poesia dello scrittore Fabrizio Raccis, di cui si è fatta interprete.
Il festival è proseguito più tardi in piazza municipale, nel cuore del paese, dove è stato il turno dello scrittore Ivo Murgia che, accompagnato dall’editore e musicista Igor Lampis, ha presentato il libro “Il becchino di Varanasi” (“Il cenacolo di Ares edizioni”).
Molto apprezzata la mostra della pittrice algherese Nina Trudu, allestita negli spazi del Centro di Aggregazione Sociale Giovanile e l’aperitivo letterario che ha visto protagonisti lo scrittore tissese Pietro Sassu e Ica Sanna che si è cimentata nella lettura di alcuni brani tratti dal romanzo “La Pioggia e il Melograno” (Catartica Edizioni).
La prima giornata del festival si è conclusa con uno degli appuntamenti più attesi dell’intera manifestazione: la presentazione del libro “l’Estate della tempesta” di Franca Falchi, scrittrice sassarese giunta al suo secondo romanzo pubblicato da Catartica.
Domenica 15 è toccato ai ragazzi dell’associazione Up&Down, accompagnati da Giovanni Mura, aprire i lavori della giornata con la presentazione del libro “Raccolta di poesie dritte e storte” (Carlo Delfino editore). Poesie che hanno saputo stupire ma sopratutto affascinare il pubblico presente.
Presentato il terzo bando di concorso del “Premio Letterario Tene Tene”, riservato alla letteratura per ragazzi, la mattinata è proseguita con la lettura di alcuni brani tratti dall’antologia “Six e altri racconti”, realizzata con i testi selezionati nel corso della seconda edizione del premio. Graditissima per l’occasione la presenza dello scrittore Fabrizio Demaria, autore del racconto “Gabriele ed io”, incluso nella raccolta.
La mattinata si è conclusa con il laboratori per tenuto da Franca Falchi per poi riprendere dopo la pausa pranzo alle 17:00 con il dibattito coordinato da Giovanni Fara sul tema dell’immigrazione, dell’accoglienza, della cittadinanza e dell’identità a cui hanno partecipato Gianmaria Budroni (Sindaco di Tissi), Davide Corriga (Sindaco di Bauladu e Presidente della Corona de Logu) Marco Sanna (Giornalista dell’emittente sassarese Canale 12) e Cristiano Sabino (Docente, saggista e responsabile per Caminera Noa del progetto di cittadinanza sarda). Tantissimi gli spunti di riflessioni emersi da quello che si conferma essere uno degli appuntamenti cardine dell’intera manifestazione, capace di spostare sul piano culturale argomenti spesso al centro di contrapposizioni politiche strumentali. Ancora una volta la comunità tissese spicca per apertura al dialogo e al confronto.
A seguire la presentazione del libro “Dancing days” di Marco Lepori (Catartica Edizioni) accompagnato dalle letture di Giovanni Delogu e incalzato dalle domande dell’editore sul libro che (parole testuali) più rappresenta la “Collana In Quiete” dedicata dalla casa editrice alla narrativa contemporanea.
A chiudere la seconda edizione del Festival Sas Puntas Nicolò Migheli con il libro storico “La grammatica di Febrés” (Arkadia edizioni), accompagnato per l’occasione dallo scrittore Fiorenzo Caterini e dalla docente e giornalista Ninni Tedesco.
Prima dei saluti di rito è stato ricordato con un grande applauso l’artista sassarese Francesco Zolo, venuto a mancare di recente, che aveva partecipato alla prima edizione del Festival con la mostra “Su ki no s’idet” e che è stato ricordato dall’editore Giovanni Fara come “un irriducibile innamorato della propria terra e sempre in prima linea a difesa della cultura sarda e delle sue ricchezze”.
Archiviata la seconda edizione del Festival, è già tempo di bilanci e di pensare ad organizzare la prossima edizione di una manifestazione che si propone di crescere, arricchendosi di nuove idee e coinvolgendo un pubblico sempre maggiore.