Non sono mancati, come d’abitudine, momenti di nervosismo sia dentro che fuori dalle aule parlamentari.
Lunedì infatti nelle piazze vicine a Montecitorio ha preso vita la manifestazione di protesta lanciata da Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli D’Italia) che hanno radunato una folla di elettori al grido di “Voto subito”. Tra i vari manifestanti tuttavia, sono stati notati alcuni soggetti intenti a fare il saluto romano, circostanza questa, che ha sollevato numerose polemiche anche a proposito del mancato intervento delle forze dell’ordine, che in altre occasioni, si erano prontamente adoperate per il sequestro di striscioni, bandiere e manifesti.
Ma nulla sono stati i nervosismi del “popolo” rispetto a ciò che è avvenuto all’interno della Camera dove il nuovo Governo si accingeva a chiedere la fiducia.
L’intervento del premier Conte è infatti stato ripetutamente interrotto dalle grida provenienti dagli scranni della Lega e di FdI, i cui deputati, intenti a procrastinare la richiesta di “Elezioni subito”, non hanno mancato di gridare ripetutamente la parola chiave del loro attuale messaggio politico: “Poltrona”.
Durante il suo discorso il Presidente del Consiglio ha in parte ribadito alcuni concetti che aveva già chiarito nel monologo del 20 agosto, richiamando i ministri a “prendere l’impegno di adoperare un lessico consono e rispettoso delle persone e delle idee diverse” ed esprimendo la propria solidarietà alle neo-ministre Teresa Bellanova e Paola De Micheli, entrambe vittime, negli ultimi giorni, dell’odio social e di insulti sessisti.
“La lingua del Governo sarà mite- ha proseguito il Premier, e poi citando Saragat, ha affermato che “la democrazia è anche un rapporto tra uomo e uomo e laddove in questo rapporto c’è umanità allora c’è democrazia”. Il Presidente ha poi esposto il nuovo programma di Governo, in modo per certi aspetti ambiguo, riconoscendo quelli che sono gli attuali problemi dell’Italia che necessitano di soluzioni, ma non spiegando esaustivamente da dove verranno reperite le risorse finanziarie per attuare i vari progetti. Vago anche su un punto molto caro ai 5Stelle ovvero quello relativo al taglio dei Parlamentari che, ha assicurato il Premier, si farà, ma non specificando apertamente che lo stesso sarà subordinato alla riforma, in senso proporzionale, dell’attuale sistema elettorale.
E’ poi intervenuto anche il deputato Federico Fornaro (Leu) che replicando agli avversari che più di una volta hanno etichettato le forze alleate del nuovo governo come “ladri di democrazia” ha affermato “non ci facciamo dare lezioni di democrazia da chi scende in piazza al fianco di chi fa il saluto romano” parole queste che hanno suscitato l’ira di Giorgia Meloni che rossa in volto durante il suo discorso ha a sua volta replicato di non voler prendere lezioni da “chi invece scende in piazza con i centri sociali che distruggono le città”, ma di fatto senza nulla dire a proposito di coloro che effettivamente, lunedì mattina, si sbracciavano nel noto saluto fascista.
Alla fine comunque la Camera ha votato la fiducia al nuovo Governo con 343 voti a favore e 263 contrari.
Ieri alle 10 circa ha invece preso vita l’animato dibattito al Senato.
Serio il discorso della Senatrice a vita Liliana Segre, che si è detta preoccupata per il clima d’odio degli ultimi 14 mesi e per i crescenti episodi di razzismo “trattati con indulgenza quasi fosse parte del nostro vivere civile”. “Mi hanno insegnato che salvare una vita equivale a salvare il mondo intero”-ha proseguito- “e mi accingo fiduciosa a dare il mio voto favorevole a questo nuovo governo”.
Imbarazzante l’intervento della Senatrice della Lega Lucia Borgonzoni, che durante il suo discorso si è levata la giacca esponendo una maglietta con su scritto “Parliamo di Bibbiano”. Inutile sottolineare lo squallore del gesto in cui una vicenda buia e il dolore delle vittime vengono strumentalizzati per cercare di abbattere il proprio avversario politico. Inutile ancora ribadire che lo svolgimento delle vicende di Bibbiano al vaglio della magistratura, non costituisce il primario interesse dei cittadini italiani, specie nel delicato momento in cui il neonato Governo si appresta a chiedere la fiducia a senatori e deputati.
Acceso l’intervento della Senatrice Santanchè (FDI) che ha ancora una volta accusato gli avversari politici di essere “ladri di democrazia” con un programma che solo formalmente (NdA) ha 29 punti, ma che realmente ne ha uno solo “non andare al voto”.
Alle 15:26 è iniziato il tanto atteso intervento di Matteo Salvini che ha esordito canzonando in modo poco elegante ed infantile il Premier, definendolo “Conte-Monti”.
Ma il punto più forse più basso della giornata politica si è registrato quando lo stesso Salvini ha pronunciato queste testuali parole: “Lasciare in mano a dei senatori a vita pro tempore, che vengono qua quando hanno tempo, il governo che nasce o che muore nooo! Con tutto il rispetto. E’ la casta della casta della casta.”
Insomma, il leader della Lega, nel giorno dell’89esimo compleanno della Senatrice Liliana Segre, donna sopravvissuta all’orrore dell’Olocausto, e che ancora porta sul braccio i segni di uno dei più atroci genocidi della storia, ha sostenuto, tra gli scroscianti applausi dei suoi compari, che i Senatori a vita sono “la casta della casta della casta”.
Riferendo poi il suo discorso alla neo Ministra dell’interno Luciana Lamorgese ha affermato che “chi si occupa della difesa dello Stato deve stare fuori dalle polemiche politiche”(sic).
Ma ha sottolineato, l’ex Ministro Salvini, che parlerà con i propri figli con una poltrona in meno eppure più dignità.
E ha risposto, proprio sulla questione dignità un accigliato premier Conte :” la dignità- ha affermato-me la dà il difendere gli interessi degli italiani. Spiegherete voi piuttosto- ha proseguito rivolgendosi direttamente agli ex alleati- cosa ci sia di dignitoso nei continui e repentini voltafaccia delle ultime settimane”.
Sono seguiti poi gli interventi della Senatrice Julia Unterberger (Autonomie) che ha sottolineato come, vedendo nella piazza il saluto romano, lei e il suo gruppo siano strenuamente convinti che “questo governo sta dalla parte giusta” e ancora l’intervento del Senatore Marcucci (PD) che rivolgendosi agli occupanti degli scranni della Lega ha sbottato “il comportamento che avete avuto oggi fin dalle prime battute, dimostra quale sia il vostro rapporto con le istituzioni”.
Hanno poi fatto seguito gli interventi dei dissidenti Matteo Ricchetti (PD) che ha spiegato le ragioni della sua astensione dal voto di fiducia, accusando Conte di “aver firmato provvedimenti che hanno reso l’Italia un paese meno aperto, civile e democratico” e di Gianluigi Paragone (M5S) che ha definito il PD come “la garanzia italiana del fanatismo europeo” manifestando la propria intenzione di astenersi dal voto per puro rispetto nei confronti dei colleghi pentastellati.
Alle 18:07 ha preso avvio la procedura di conteggio dei voti conclusasi poco meno di un’ora dopo, con 169 voti a favore del nuovo Governo.
Si auspica che la svolta di cui tanto si è parlato negli ultimi tempi, ci sia davvero, partendo dal tenere fuori dalle aule parlamentari i toni aggressivi e violenti cui passivamente ci siamo abituati restituendo alle aule parlamentari e alle nostre Istituzioni, la dignità che meritano.