Dagli onori di una delle più antiche e prestigiose città universitarie del Mondo, al delizioso borgo ogliastrino che, grazie alla sensibilità di un medico di famiglia e all’impegno non scontato del Sindaco, regalerà una speranza a una quindicina di pazienti affetti da BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva).
È il recente e affascinante percorso intrapreso da BPCOmedia srl, la dinamica start-up, spin off dell’Università Campus Biomedico di Roma, capitanata da Giuseppe Capasso, che – insieme all’Azienda per la Tutela della Salute della Sardegna/ASSL Cagliari, Lanusei e Nuoro – ha da tempo avviato un protocollo per sperimentare il rivoluzionario dispositivo che consente di tenere sotto controllo l’insidiosa Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), patologia progressiva più diffusa di quanto si creda (l’Organizzazione Mondiale della Sanità la classifica come terza causa di morte al mondo), solo parzialmente o per nulla reversibile, che colpisce l’apparato respiratorio con un’ostruzione delle vie aeree, spesso associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare.
Un viaggio nell’orgoglio, che è un po’ un ritorno alle origini, visto che l’innovativo sistema, basato sull’uso combinato di un comunissimo smartphone e di un pulsossimetro (un piccolo strumento che si applica ad un dito della mano e che rileva quanto ossigeno è presente nel sangue) per evidenziare una eventuale riacutizzazione della malattia, ha radici proprio in Ogliastra. I primi passi, infatti, li ha mossi proprio qualche anno fa, in seguito a uno studio di ricerca condotto in collaborazione con il Policlinico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, il Laboratorio di Sistemi di Elaborazione e BioInformatica (CoSBi) della Facoltà Dipartimentale di Ingegneria della medesima università e la ASSL (Area Socio Sanitaria Locale) di Lanusei,
Così, dopo l’onore della presentazione, lo scorso agosto, come Case Study di fronte ai motivati ed entusiasti studenti della prestigiosa università inglese, il progetto BPCOmedia, attualmente nella fase di sperimentazione sui pazienti, fa un altro piccolo miracolo. Stavolta a casa sua. Lo scorso maggio, infatti, la ASSL di Lanusei aveva organizzato un apposito corso di formazione, accreditato col sistema ECM (Educazione Continua in Medicina), rivolto ai Medici di Medicina Generale (medici di famiglia) ogliastrini, con l’obiettivo principale di aggiornarli sulla sperimentazione dei propri pazienti affetti da BPCO. Al termine del corso i Medici di Medicina Generale hanno manifestato un vivo interesse per il progetto, e hanno deciso di organizzare incontri ristretti con tanto di dimostrazione diretta della tecnologia e capire come poter partecipare a questo progetto. Un primo incontro era stato effettuato nel luglio scorso a Tertenia, organizzato dal medico Rossina Boi. Incontro che si è rivelato amore a prima vista per uno dei medici presenti, il Dott. Michele Muntoni di Ulassai, rimasto talmente colpito da coinvolgere subito il Sindaco del paese. E il primo cittadino, Gian Luigi Serra, dimostrando lungimiranza non comune, ha stanziato i fondi per la donazione di una quindicina di kit ai pazienti di Ulassai affetti da Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, che potranno così far parte dell’innovativo progetto di monitoraggio della BPCO.
Un’azione positiva, “da imitare” per tante altre comunità. Come conferma Giuseppe Capasso, testimone di questo esempio riuscito di sinergie finalizzate al bene inestimabile della salute: «Quando un cittadino, paziente affetto da una patologia cronica – spiega Capasso – dice, quasi commosso, che gli si “regala una speranza”, allora si comprende la vera portata di questo gesto forte, a favore della propria comunità, da parte di un medico e di un amministratore locale». Anche perché la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva ha un impatto sociale non trascurabile, essendo in grado di interferire negativamente non solamente sul benessere respiratorio dei pazienti che ne sono affetti, ma anche sul loro benessere mentale, determinando un importante aumento di quei disturbi d’ansia e dell’umore che rappresentano spesso due tra le più dirette conseguenze. Senza contare il coinvolgimento diretto delle famiglie dei malati, che vivono giornalmente una situazione di impotenza e insofferenza.
«Ecco perché – continua Capasso – “regalare la speranza”, nel caso del progetto BPCOmedia significa la possibilità di restituire, ai pazienti affetti da BPCO e ai loro familiari, con l’ausilio della tecnologia intelligente quella qualità di vita alla quale anche loro hanno diritto».
E questo di Ulassai rappresenta anche il primo “esperimento virtuoso” nel quale il paziente non è più soltanto parte del sistema, ma il centro stesso del sistema. È la cosiddetta “Medicina d’Iniziativa”: un modello assistenziale considerato più idoneo a gestire le patologie croniche, in costante aumento per l’invecchiamento della popolazione, che è applicata ancora in pochissimi comuni.