Ci riguardano ormai da vicino con effetti che rispetto al passato si susseguono con intervalli di tempo sempre più ravvicinati e lasciano degli strascichi spesso devastanti.
Nel 2018 abbiamo dichiarato tre stati di calamità in un anno – Manuela Pintus, sindaco di Arborea.
Per questo servono scelte intelligenti e di prospettiva anche perché i fondi ci sono grazie al nuovo programma di sviluppo rurale 2020-2027. È quanto emerso ieri mattina ad Arborea nel corso del convegno promosso da Coldiretti Oristano su “Cambiamenti climatici e agricoltura resiliente – sfide e opportunità”.
La temperatura media sta aumentando, l’anno scorso di 3 gradi in più rispetto alla media degli ultimi 40 anni, cosi come cresce la presenza di alcuni gas e, in particolare, l’anidride carbonica che cresce in modo inedito: oggi abbiamo un dato mai visto prima – Pier Paolo Roggero docente dell’università di Sassari.
La Sardegna è tra le Regioni a rischio desertificazione, per questo è necessaria una sfida infrastrutturale: per esempio di tutta l’acqua che cade ne raccogliamo solo l’11%. Cosi come bisogna pensare a un consumo del suolo intelligente: in questa Regione assistiamo a uno spopolamento e abbandono delle zone interne, con un conseguente spostamento e pressione nelle coste – Massimo Gargano, direttore nazionale di Anbi.
Insomma, il clima cambia è cambiano anche le produzioni:
Oggi il 25% delle annate sono buone per la produzione di fieno, il 50% sono in media e l’altro 25% cattive. La prospettiva per i prossimi anni è che le annate cattive arrivino a oltre il 50%. Il nuovo clima cambia l’agricoltura: le quantità, le perdite, le spese. In generale ci sono maggiori costi o minori ricavi. Comunque ogni settore e ogni territorio avrà effetti diversi. Oggi sono pochissime le aziende che ancora non hanno fatto nulla per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ma occorre farlo in modo strategico e sinergico, mettendo insieme le competenze scientifiche, con le esperienze delle aziende e programmare insieme alla politica – Pier Paolo Roggero.
Abbiamo la grande occasione con il nuovo programma di sviluppo rurale ma serve programmare, avere un orizzonte su cui indirizzare la politica agricola e di conseguenza anche i fondi comunitari – Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna.
Dobbiamo ragionare a lungo termine e utilizzare i fondi del PSR oculatamente e intelligentemente, infrastrutturando il territorio e garantendo la crescita dell’agricoltura – Giovanni Murru, presidente Coldiretti Oristano -, rispondendo anche all’esigenza di qualità e competitività richiesta dal mercato – Giancarlo Capraro, presidente Coldiretti Arborea.
Un ruolo fondamentale per metterle in pratica è quello svolto dai Consorzi di Bonifica – Emanuele Spanò, direttore di Coldrietti Oristano – che in Sardegna sono 7 e gestiscono 170 mila ettari infrastrutturati, anche se per farli funzionare meglio serve il coraggio di metterci mano in alcune cose che li frenano – Gavino Zirattu, presidente Anbi Sardegna.
Consorzi che comunque:
Sono già in campo con progetti e iniziative finalizzate a tagliare gli sprechi e raccogliere dati necessari per programmare consapevolmente – Cristiano Carrus, commissario Consorzio Bonifica dell’Oristanese.
Un sistema complesso, com’è il sistema agricolo oggi, necessità di una visione sistemica. I fondi ci sono ma purtroppo mancano i dati e l’elaborazione politica, che va programmata per tempo, consentendo di arrivare preparati, pena la presentazione frettolosa e disorganica di programmi attinti da esperienze pregresse e quindi non adeguate alle nuove sfide – Alfonso Orefice, consulente Psr Coldiretti Sardegna.
I cambiamenti climatici sono nella nostra agenda politica, dove al centro c’è l’uomo custode del territorio, con l’agricoltore artefice protagonista – ha chiuso l’assessore all’Ambiente Gianni Lampis.