La diffusione di sondaggi è vietata dalla legge ma parlando a microfono spento con deputati e senatori della maggioranza l’impressione è quella di una partita molto difficile, quasi compromessa. E, temendo immediate ripercussioni sulla tenuta del governo (già litigioso sulla Legge di Bilancio), Conte da Bruxelles prova a gettere acqua sul fuoco prima ancora che le fiamme divampino. Anche perché un’eventuale sconfitta in Umbria di Pd-M5S potrebbe avere un effetto a catena sulle più importanti e simboliche elezioni regionali di gennaio in Emilia Romagna. Sul fronte opposto, nel Centrodestra, l’ottimismo per l’esito della consultazione del 27 ottobre è palpabile, soprattutto nella Lega e in Fratelli d’Italia. D’altronde se si prendessero i dati delle Europee non ci sarebbe partita e – ragionano salviani e meloniani – è molto difficile se non improbabile pensare a un clamoroso rovesciamento di fronte nel giro di pochi mesi. Ecco perché Conte trova il tempo di occuparsi del voto di “800mila abitanti” (sono le sue parole) perfino da Bruxelles.
di Alberto Maggi
Fonte: www.affaritaliani.it