Il 20 ottobre, la cerimonia di premiazione ha visto protagonisti lo spagnolo Manuel Angel Morales Escudero e Sandro Biccai, vincitori delle due sezioni del Premio. Il primo, che ha partecipato con il racconto El toque de las animas, ha vinto per la particolare attenzione alle tematiche care a Grazia Deledda, come si legge nella motivazione: “L’amore e i sogni dei giovani amanti, la bellezza della natura, la magia, il profumo della leggenda della Valle Umbrìo disabitata, la religiosità popolare fusa con credenze e superstizioni, con profondo sentimento poetico, fanno di questa storia un ammirabile esempio di creazione di luoghi provinciali con proiezione universale. Come in tante opere di Grazia Deledda”.
Sandro Biccai, vincitore della sezione lingua sarda con il racconto Menzus mortu, ha conquistato la giuria per essersi “approcciato alla storia da lui proposta utilizzando un linguaggio ricercato ed evocativo, rendendo il ‘viaggio’ narrativo gustoso e piacevole, senza mai cedere alle peripezie delle banalità, nonostante la tragicità del finale. La trattazione è risultata emozionante e convincente, ricca di suoni e di visioni, densa di sentimenti, ancorché all’insegna del contrasto generazionale, che l’uso brioso e competente della lingua sarda hanno reso ancora più vividi”. Un racconto che “già dal prologo, fa tuffare nelle ambientazioni deleddiane, in uno stormir di canne delicate, esposte ai venti e a ogni capriccio degli elementi”.
La giuria composta da Neria De Giovanni, Angel Basanta, Pierfranco Bruni, Anthony Muroni e Jean Pierre Castellani ha voluto conferire, in quest’edizione, altri due riconoscimenti: il “Premio Speciale” a Caterina Murino per il suo encomiabile impegno nel far conoscere l’opera di Grazia Deledda in Italia ma anche all’estero, dove da tempo risiede. Come ricorda lei stessa: “Le mie radici ben piantate nella terra sarda, il senso forte della mia identità, sono il passaporto che mi dà la libertà di viaggiare in tutto il mondo”; la “Menzione d’onore” ad Antonio Lau, il più giovane partecipante all’edizione 2019 del Premio, che con il racconto Il perdono di sé stessi “imposta in modo originale una tematica universale, cara soprattutto alla Deledda, quale quella del peccato e del perdono. […] Il narrato si dipana con un buon equilibrio tra lingua letteraria e lingua parlata con inserimenti in nuorese che caratterizzano meglio l’ambientazione”, come si legge nella motivazione della giuria.