La Giornata delle Nazioni Unite è una ricorrenza internazionale che, il 24 ottobre di ogni anno, ricorda l’entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite (24 ottobre 1945). Quest’ultimo fu il documento fondante che seguì la nascita ufficiale dell’organizzazione.
È opportuno ricordare che la costituzione dell’ONU non era un fatto scontato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, perché dopo il naufragio della Società delle Nazioni, dovuto alle ambizioni e alle rivalità dei singoli Stati, bisognava davvero essere dotati di una massiccia dose di idealismo per credere che ripetere l’esperimento, fallito appena venticinque anni prima, avrebbe sortito risultati diversi.
Ma tali risultati si raggiunsero certamente grazie al grande contributo di intellettuali, attivisti e politici, animati da ideali autentici e dalla volontà di sanare le macerie umane dei sopravvissuti, usciti dalla Guerra con l’orrore ancora negli occhi per tutte le violenze subite o perpetrate negli anni della cancerosa parabola del Nazi-fascismo. Si trattava di un obiettivo nobilissimo, ma assai complesso.
Con la costituzione di un governo sovranazionale garante di Democrazia, Pace e Libertà, i Paesi membri, attraverso uno statuto che avrebbe trovato da lì a poco la sua urgente applicazione, condannavano con la virtù del Diritto tutto quello che la guerra, come un virus letale, aveva portato, a partire dal clima malato di razzismo nel periodo antecedente ad essa. E così, condannavano l’ingiustificabile violenza di massa, le esecuzioni sommarie, le rappresaglie, gli stupri. Perché se la guerra fu la morte in atto, la liberazione dal Nazi-fascismo fu anch’essa accompagnata da una inarrestabile sete di vendetta che non fece altro che aggiungere violenza, alla violenza appena consumata.
Bisognava rinascere. Bisognava risorgere. Le Nazioni Unite questo lo sapevano. E così Stati Uniti, Regno Unito, Russia e Cina, più altri 26 Paesi, unirono le loro forze per impedire il ripetersi di una nuova guerra mondiale. Con il tempo, inoltre, i Paesi membri iniziarono ad allargare il campo delle loro competenze e concentrarono i loro sforzi per ostacolare le discriminazioni, per cancellare la povertà, per debellare malattie mortali come vaiolo e poliomielite.
Secondo quanto disposto dallo Statuto, l’ONU avrebbe svolto quattro fondamentali funzioni:
- mantenere la Pace e la Sicurezza internazionale;
- sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni;
- cooperare nella risoluzione dei problemi;
- promuovere il rispetto per i Diritti Umani.
Sono passati ormai settantaquattro anni dalla creazione dell’ONU. È inevitabile guardarsi indietro, ripensare a ciò che è stato e fare bilanci. Possiamo quindi affermare con certezza che l’ONU nel campo dello sviluppo ha ottenuto grandi successi, perché è riuscito a bloccare ad esempio la diffusione di malattie importanti e a controllare la malnutrizione.
I maggiori successi poi sono stati raggiunti nel campo della protezione, perché il movimento dei Diritti Umani, di cui il CNDDU si fa portavoce nel nostro Paese, ha influenzato non solo i Governi, ma anche i popoli e gli individui.
Le Nazioni Unite non sono riuscite, invece, anche attraverso le forze di pace, a impedire il radicalizzarsi di violentissimi scontri armati che molto spesso hanno portato alla morte di milioni di persone. Questo spinge quindi a cercare di capire come possa essere riformata l’organizzazione per renderla più efficiente e preparata a gestire i pericoli che può correre il mondo oggi. È innegabile, però, che senza l’ONU, la storia degli ultimi settant’anni avrebbe avuto sviluppi differenti.
Il CNDDU, alla vigilia di una giornata così importante perché rievoca la storia nazionale e internazionale dei paesi che fanno parte delle Nazioni Unite, intende riconoscere tutti gli sforzi fatti dall’ONU dal 1945 a oggi, per trasformare i pericoli, sempre imminenti per il mondo, in civile dibattito. E anche se non sempre le Nazioni Unite sono riuscite a garantire la Pace promessa ai popoli e agli uomini, nessuno può mettere in discussione il valore di questa straordinaria Torre di controllo senza la quale sarebbe stato difficile, per tutti, rialzarsi dopo gli Anni del Disastro.
Ma siamo davvero fuori dagli Anni del Disastro? Purtroppo la cronaca ci racconta lo strazio di popoli che ancora non trovano tregua alla loro sofferenza. Sono settimane ormai che il popolo curdo della Siria, il popolo senza Stato, viene bombardato incessantemente dalle forze dell’esercito turco, il quale non si ferma nemmeno davanti a edifici pubblici e strutture mediche.
I raid aerei si scagliono con violenza su obiettivi civili e, stando alle informazioni dell’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, non hanno rispettato la Tregua. Le prime vittime di questa folle guerra sono ovviamente bambini innocenti, che hanno come unica colpa quella di essere nati dalla parte sbagliata del mondo!
Il bilancio è pesantissimo: si parla di 60 mila sfollati. L’ONU nella persona del suo portavoce, Rupert Colville, parla di gravi violazioni internazionali che costituiscono crimini di guerra; per tali ragioni le Nazioni Unite stanno verificando le responsabilità della Turchia che potrebbe essere ritenuta responsabile del genocidio del popolo curdo. E mentre il leader turco minaccia l’Unione Europea di inondarla di profughi, le speranze del mondo civile, affinché il massacro del popolo curdo abbia fine, si raccolgono ancora una volta attorno all’ONU, che, come sempre, rappresenta l’ultimo baluardo di Pace.
Come sempre, alla vigilia di giornate così importanti, chiediamo ai docenti della scuola del nostro Paese di coinvolgere gli studenti in attività o lezioni che possano destare interesse e partecipazione e fornire nuovi stimoli per il recupero di una memoria collettiva che è fondamentale per la costruzione del presente.
Umberto Eco, nella Lectio magistralis tenuta in inglese al palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, a New York nel 2013, invitava le nuove generazioni, da entrambi i lati dell’Oceano Atlantico, a non perdere la memoria storica. E noi siamo fermamente convinti che ripercorrere la storia delle Nazioni Unite è proteggere la memoria storica.
Il 24 ottobre, non facciamoci trovare impreparati e non lasciamo impreparati i nostri studenti, anche se il cielo di Siria per ora non conosce ancora l’azzurro, raccontiamo loro che in tanti altri posti del mondo nel cielo è tornato l’azzurro, mostriamo loro lo splendido colore azzurro della bandiera dell’ONU e indichiamogli la mappa del mondo protetto da due rami d’ulivo.
Poi raccontiamo ai nostri ragazzi una storia bella, la storia di popoli a lungo in contrasto, che si sono inferti le più profonde ferite, e che alla fine hanno scelto di camminare insieme, per costruire con impegno e fatica un mondo migliore.
Prof.ssa Rosa Manco
Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani