Legambiente Sardegna, Italia Nostra Sardegna, WWF, l’Associazione per il Parco Geominerario, Sa Mena, il Gruppo Territorio Ambiente e altre associazioni impegnate già prima della nascita del Parco nella valorizzazione del patrimonio minerario, storico e ambientale della Sardegna e che hanno fattivamente contribuito alla sua istituzione e all’ottenimento del riconoscimento nazionale ed internazionale, si sono incontrate a Montevecchio nei giorni scorsi per condividere indignazione e un forte rammarico relativi all’esclusione del Parco Geominerario dalla rete Geoparks disposta dall’UNESCO.
Invitiamo all’incontro tutte le realtà associative storicamente attive, ma anche tutte le nuove Associazioni che operano nel campo delle cultura, della storia, dell’ambiente e della fruizione sostenibile che si riconosco nei valori fondativi del Parco geominerario, per collaborare al necessario e urgente rilancio di un progetto strategico fondamentale per la Sardegna.
Un fatto grave, che deve stimolare una riflessione profonda sul ruolo svolto dalle istituzioni, sull’indebolito e difficile rapporto tra Parco e territori, sulla molto deludente operatività degli organi istituzionali e direttivi e sull’incerta consapevolezza delle comunità inserite nel sistema parco.
Nonostante la bocciatura, il progetto di Parco incarna una visione tuttora valida e lungimirante, che come un filo rosso lega la conservazione della memoria al rafforzamento dell’identità e allo sviluppo, unisce una storia millenaria e territori che pur molto diversi vi si riconoscono, mette a disposizione un patrimonio inestimabile di beni materiali e immateriali intorno ai quali lavorare per mantenere vivo il senso di appartenenza e costruire nuove economie. Per vasti ambiti della Sardegna offre una prospettiva concreta di riconversione delle aree industriali degradate.
Nonostante la bocciatura dell’UNESCO, dunque, il Parco deve andare avanti, perchè quel progetto ambizioso rappresenta un’opportunità che la Sardegna può ancora cogliere e alla quale non può assolutamente rinunciare anche per la grave crisi economico-occupazionale che la colpisce.
La decisione UNESCO è una lezione dura, da apprendere con serietà, e le raccomandazioni ricevute due anni fa tracciano la rotta da seguire. Il Parco deve ripartire da lì e rimettersi in cammino con nuova linfa, un convinto sostegno da parte dei Ministeri, della Regione Sardegna e dei Comuni, un coinvolgimento reale dei cittadini e delle Associazioni che, sin dall’inizio di questa avventura, hanno creduto nel Parco e contribuito a tradurre in azioni concrete e meritorie i suoi obiettivi candidandosi alla gestione dei siti, organizzando eventi di fruizione, animando le comunità, offrendo la propria disinteressata azione di indirizzo politico e collaborazione, mettendo a disposizione le proprie competenze ed esperienze. Quelle stesse Associazioni che hanno svolto un ruolo attivo e costruttivo tanto nel tormentato percorso di istituzione del Parco Geominerario quanto, negli ultimi anni, nell’altrettanto tormentato processo di riforma.
Preoccupate per il duro colpo che la perdita del riconoscimento infligge all’istituto del Parco e alla Sardegna, dunque, le Associazioni lanciano un appello a tutte le istituzioni interessate affinché finalmente si assumano le proprie responsabilità e traducano gli innumerevoli proclami, promesse e impegni in fatti concreti.