Mario Adinolfi, Presidente nazionale del Popolo della Famiglia, riferendosi all’udienza di oggi della Corte costituzionale, chiamata a decidere sulla vicenda di due donne (una statunitense e l’altra italiana, sposate negli USA) che hanno deciso di avere un figlio ricorrendo in Danimarca alla fecondazione assistita eterologa, ha dichiarato:
Bibbiano farà il suo ingresso in Corte Costituzionale, perché salutando una norma che accetta la finta genitorialità, si costruisce un’ideologia.
Rispetto alla controversia sulle disposizioni che disciplinano la formazione dell’atto di nascita, escludendo il rinvio al diritto straniero, Adinolfi afferma con convinzione:
Ci si regoli come per la sharia. Prevale la Costituzione italiana. Su 220 Paesi, ammettono il matrimonio omosessuale soltanto in 18. Speriamo che la Consulta non decida in favore delle due aspiranti madri perchè dal mio punto di vista, come dicono i sani detti popolari, ‘di mamma ce n’è una sola’. Non ci sono ragioni in diritto che tengono perché non ci sono ragioni in natura per cui si possa dire che un figlio sia stato partorito da due donne e perché dal punto di vista del diritto non esiste alcuna formula familiare riconducibile a due donne: l’articolo 29 spiega infatti che la famiglia è la societa naturale fondata sul matrimonio.
Il leader del Popolo della Famiglia conclude, infine, con una denuncia:
Si entra con un cavallo di Troia per poi aprire a tutte le conseguenze inevitabili, legate alla finta genitorialità. Le vicende di Bibbiano hanno provato a forzare questo meccanismo, salutando la norma che la prevede. Mi auguro che domani l’ideologia di Bibbiano non entri in Corte costituzionale. Perché Bibbiano non è un episodio, ma una filosofia: che la genitorialità sia qualcosa che riguarda le intenzioni degli adulti e non i diritti dei bambini. Legittima l’utero in affitto escludendo la figura materna dall’orizzonte di vita di un figlio ed è l’ideologia di due mamme che escludono la figura paterna dall’ideologia di un bambino. Facce di una stessa medaglia, lesioni evidenti di un diritto primario e naturale dell’individuo: sapere chi sia tuo padre e chi sia tua madre. Ma saranno i bambini stessi a chiedere ragione – ammonisce Adinolfi. – Con che diritto mi sottrai la figura paterna e mi privi di mia madre?.