Questa è, infatti, la portata della storica serata di sabato 5 ottobre quando, figure istituzionali del governo regionale sardo, di comuni isolani e del comune di Itri, in un coinvolgente lavoro, svolto in sinergia con esponenti del mondo culturale e, soprattutto, con quanti hanno creduto che la pace si può raggiungere e far crescere esponenzialmente con la convinta adesione concreta a un comune percorso di integrazione totale tra la gente di ogni estrazione sociale, razziale e territoriale.
Questi hanno scritto una pagina fondante del clima di civile convivenza tra la comunità sarda, tremendamente colpita da un evento che definire feroce è sicuramente poca cosa rispetto al barbaro oltraggio perpetrato alla dignità umana, e il popolo di Itri che, nel lontano 1911, vide molti dei suoi figli macchiarsi dell’atroce delitto di strage perpetrata ai danni di onesti e laboriosi lavoratori venuti dall’isola in continente per essere impiegati, in condizioni di assurdo sfruttamento economico e di deprecabile discriminazione socio-razziale, nella realizzazione della galleria che collegava Fondi e Itri nella costruenda linea Roma-Napoli.
“Riappacificazione che – si è ben evidenziato – non significa dimenticare quella bruttissima pagine di sangue e morte e, neppure, chiusura di un orrendo episodio che ancora fa sanguinare ferite mai completamente guarite in Sardegna e a Itri, ma punto di partenza per la costruzione, in armoniosa sinergia, di un futuro positivo e migliore per le due comunità che tanti punti comuni hanno nelle loro cultura, abitudini e valori ispiratrici della quotidianità”.
E, proprio in esecuzione pratica di questo impegno, si è convenuto di attivare un incontro in Sardegna, per sottoscrivere un protocollo comune di fattiva collaborazione costruttiva, in occasione della ricorrenza del primo matrimonio tra un sardo e una itrana, avvenuto appena due anni dopo i tragici fatti del 1911, incontro cui far seguire, nella giornata del mese di luglio, tragica data del giorno tanto funesto, un gemellaggio, il cui atto di nascita dovrebbe trovare collocazione nella cittadina aurunca e al cui rito protocollare dovrebbero intervenire tutte le figure istituzionali dei centri sardi coinvolti in questo oscurantistico giorno che dovrebbe servire da autentica lezione storica per la costruzione della pace.