Anna Saba abbandona le dimensioni dei suoi grandi marmi per modulare un canto alla terra con sculture nelle quali si legano frammenti di marmo con ramoscelli e rottami di ferro in modo che pietre, foglie, ruggine si uniscano ricordando GEA, la Terra che pretende rispetto e amore. Come osserva Alessandra Menesini, che cura la mostra, “Anna Saba osserva per prima cosa le forme dei blocchi lapidei, le stratificazioni, le intrusioni, le cromie. E ne segue i tracciati, prima di intervenire seguendo una sua visione limpida e sincretica. Ogni elemento trova armonia, in una sequenza tesa a comporre un’opera unitaria. Si fa monito e memoria.”
Nota biografica
Anna Saba ha iniziato la sua attività negli anni 80 sviluppando una ricerca plastica orientata sulla valorizzazione formale della materia.
La partecipazione al movimento artistico PLEXUS l’ha condotta ad esperienze multimediali più complesse e ad una apertura delle forme
nello spazio naturale. Anna Saba cerca di mutare le durezze dei graniti di Guspini, dove è nata, con gli avvolgenti biancori dei marmi
delle Apuane, dove il Nonno ha lasciato tracce che non sono incise solo da uno scalpello di ferro. In mezzo, bilanciate dalle sovrapposte
colorazioni delle mute trachiti, cercano spazio altre sfuggenti forme che si incarnano prepotentemente anche in effimeri materiali. Gli
ultimi lavori nascono dalla meditazione estetica sul materiale e dal rapporto dialettico e armonico tra forme aspre e levigate. All’idea
nata a priori preferisce la spontaneità della materia trattata dagli agenti atmosferici e le concrezioni che il tempo ha sedimentato nelle
superfici ancora grezze limitando al massimo l’arte del levare.
ACCESSIBILITÀ
La mostra è accessibile a quanti presentino difficoltà motorie in quanto è presente un ascensore per l’accesso a ogni piano espositivo
Nota biografica
Anna Saba ha iniziato la sua attività negli anni 80 sviluppando una ricerca plastica orientata sulla valorizzazione formale della materia.
La partecipazione al movimento artistico PLEXUS l’ha condotta ad esperienze multimediali più complesse e ad una apertura delle forme
nello spazio naturale. Anna Saba cerca di mutare le durezze dei graniti di Guspini, dove è nata, con gli avvolgenti biancori dei marmi
delle Apuane, dove il Nonno ha lasciato tracce che non sono incise solo da uno scalpello di ferro. In mezzo, bilanciate dalle sovrapposte
colorazioni delle mute trachiti, cercano spazio altre sfuggenti forme che si incarnano prepotentemente anche in effimeri materiali. Gli
ultimi lavori nascono dalla meditazione estetica sul materiale e dal rapporto dialettico e armonico tra forme aspre e levigate. All’idea
nata a priori preferisce la spontaneità della materia trattata dagli agenti atmosferici e le concrezioni che il tempo ha sedimentato nelle
superfici ancora grezze limitando al massimo l’arte del levare.
ACCESSIBILITÀ
La mostra è accessibile a quanti presentino difficoltà motorie in quanto è presente un ascensore per l’accesso a ogni piano espositivo