Riteniamo offensiva anche solo la proposta avanzata, visto che, sino ad ora, si è lasciata a tutti piena libertà di espressione anche consentendo lo svolgersi di manifestazioni di protesta e di indubbio gusto, come i vari gaypride isolani.
Quella che si vorrebbe presentare è una proposta di legge pericolosa e inutile. Per tutelare le discriminazioni di ogni genere, comprese quelle sessuali, esistono leggi già in vigore: serve solo applicarle per reprimere ogni abuso ma non si usi questo aspetto per approvare un progetto di legge che riduce i margini di libertà di espressione ai cittadini della Sardegna.
Così facendo, non si fa altro che seguire il filone del ddl Scalfarotto, affossato in Parlamento grazie soprattutto al Family Day del 2015, con l’obiettivo di dare una pistola fumante in mano alla Regione e poi ai giudici per colpire chi non si allinea alla neolingua del pensiero dominante arcobaleno.
L’omobitransfobia è un concetto astratto che nella realtà non esiste; esistono le discriminazioni. È utile, semmai, unirci per combatterle insieme, ma non creiamo un’etica di Stato dove, a farla da padrone, sia il pensiero dominante del mondo LGBT.