Il 7 ottobre 2019, durante dei lavori di manutenzione della banchina della calata nord dell’Arsenale, una ditta privata ha individuato un manufatto metallico riconducibile ad un probabile residuato bellico, che era all’interno del molo, a 70 centimetri di profondità, nella posizione dove ormeggia Nave Vespucci quando si trova nella Base Navale di La Spezia.
Sospesi i lavori per precauzione, è stato richiesto a Comsubin di verificare l’oggetto che era stato scoperto mediante il supporto del personale dislocato al Nucleo SDAI della Spezia che, immediatamente intervenuto, lo ha identificato come una bomba d’aereo italiana da 100 Kg risalente alla seconda guerra mondiale.
Allo scopo di ristabilire la sicurezza nell’area di cantiere all’interno dello stabilimento militare e secondo quanto previsto dalle norme in vigore, nella prima mattina del 8 ottobre il Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin ha avviato le operazioni di rimozione dall’ordigno dal sito dove era stato rinvenuto. Alle ore 08.00 potevano riprendere le lavorazioni presso la banchina della calata nord dell’Arsenale, in quanto la bomba d’aero era stata rimossa e posizionata in una zona di sicurezza indicata dall’Autorità Marittima competente.
Le operazioni di distruzione della bomba, autorizzate dalla Prefettura della Spezia, sono avvenute il giorno stesso giorno secondo le consolidate procedure d’intervento, tese a preservare l’ecosistema marino.
Anche grazie a quest’ultimo intervento d’urgenza è stato superato il quantitativo di ordigni neutralizzati l’anno scorso, già molto rilevante, portando a 49.464 i manufatti esplosivi neutralizzati dal 1 gennaio 2019. Un numero impressionante di operazioni condotte dai Palombari della Marina Militare a salvaguardia della pubblica incolumità nei mari, fiumi e laghi italiani.
APPROFONDIMENTI:
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono 49.464 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 20.564 proiettili di calibro inferiore o uguale ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.