La giovane la scorsa estate ha comunicato sui social di avere un tumore al seno. Un duro colpo per la famiglia, ma il giocatore è sempre stato vicino alla moglie:“Lei è forte, camuffa le emozioni mentre segue le cure alla perfezione. La perdita di capelli è il momento peggiore e se sono tornato a Cagliari è anche per lei. Qui è cominciato tutto, sono diventato uomo e calciatore. Con tutto il rispetto per Piacenza, ma la B era un’altra storia. La gente è felice con niente, fa tanto e riceve poco ma è aperta, generosa, disponibile”.
Il centrocampista belga poi parla del nuovo Cagliari targato Giulini: “vuole fare della società un marchio riconoscibile a livello mondiale. E ha costruito una squadra forte per onorare il centenario”. Spende però anche due parole sul tecnico Maran:“Mi vede davanti alla difesa. C’è rispetto reciproco, e non ho la pretesa di fare come mi pare solo perché vengo dall’Inter”.
Nainggolan, però, ammette le sue colpe fuori dal campo:“Qualcosina fuori dal campo l’ho sbagliata. So di essere in difetto nelle responsabilità della vita privata, ma è il mio carattere. Nel lavoro, però, non c’è una volta in cui non abbia dato il massimo. Questo non me lo rinfacceranno mai”.
Feste, discoteche e alcool?
“Se voglio, io posso rinunciare a tutto. Ma non sarei me stesso”
Il giocatore rossoblù non vuole però dimenticare l’applauso e il sostegno dei tifosi giallorossi nel match tra Roma e Cagliari al momento della sostituzione: “Non me l’aspettavo. I romani però mi somigliano e per questo mi sono sempre trovato bene con loro. Roma e Cagliari sono le due piazze in cui mi riconosco”. Quando toccherà all’Inter, il saluto sarà lo stesso? “Mi fischiavano perché parlavano di Roma ma la gente non ha capito che io non sono uno che ci tiene ad essere amico dei tifosi. Essere stato un beniamino di Roma e Cagliari è il frutto del mio impegno per la squadra”.
Si tocca poi l’argomento caldo dell’intervista: l’Inter. Una scelta che non ha mai pagato ad entrambe le parti, ma “il Ninja” racconta la sua versione dei fatti:”All’Inter, all’inizio sono stato fischiato perché parlavo di Roma e della Roma, che è stata casa mia. Ma io non sono uno di quelli che bacia la maglia della squadra dove è appena arrivato”