Violenza ad alta quota il 3 ottobre. Il volo U21903, della compagnia aerea inglese EasyJet, è stato infatti costretto ad un atterraggio di emergenza a causa di una rissa scoppiata tra sette passeggeri. L’aereo, partito da Manchester con destinazione Tenerife Sud, è stato fatto atterrare all’aeroporto di Faro, in Portogallo, al fine di poter consegnare alla polizia i passeggeri coinvolti nella rissa.
Rissa su volo EasyJet: i fatti
A quanto si apprende, due ore dopo il decollo un uomo, che faceva parte di un gruppo di persone di una festa di addio al celibato, e un altro gruppo di uomini avrebbe iniziato ad inveire contro una donna “sputandola” e chiedendo l’aiuto delle altre persone. A questo punto, secondo i testimoni, la lite sarebbe esplosa, portando un gruppo di quattro passeggeri maschi a darsi pugni sul retro dell’aereo.
A quel punto è intervenuto l’equipaggio di cabina, nel tentativo di ristabilire la calma, facendo sedere uno dei gruppi nella parte anteriore dell’aeromobile, ma invano. A questo punto, il pilota si è visto costretto a far atterrare l’aereo a Faro, dove sette uomini sono stato portati via dalle Forze dell’Ordine allertate per l’occasione.
La compagnia di volo ha successivamente diramato il seguente comunicato:
Non tollereremo comportamenti indisciplinati o turbative in qualsiasi momento e la sicurezza e il comfort dei nostri clienti, dell’equipaggio e dei velivoli, è la nostra priorità numero uno.
Anche se può sembrare strano, non sono pochi i casi di risse a bordo di aerei di linea. Episodi del genere non sono nuovi alla cronache a causa di passeggeri turbolenti che si comportano in modo deplorevole e aggressivo una volta sull’aereo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, qualcosa che non può e non deve essere tollerato.
Risse in aereo: le statistiche
Tuttavia, questo episodio, arriva quando il numero di passeggeri ubriachi e di disturbo arrestati su aerei negli aeroporti del Regno Unito è diminuito del 25% l’anno scorso. Circa 87 viaggiatori sono stati arrestati sugli aerei da aprile 2018 ad aprile 2019, rispetto ai 117 dello stesso periodo dell’anno precedente. Negli aeroporti di Gatwick e Glasgow, il numero di arresti è quasi dimezzato di anno in anno.
Tuttavia, 245 persone sono state arrestate con l’accusa di essere ubriache in un aeroporto tra il 1 ° aprile 2017 e il 31 marzo 2019, portando a rinnovate richieste di ulteriori restrizioni alle vendite di alcolici. L’aeroporto più trafficato del Regno Unito, Heathrow, ha registrato il maggior numero di arresti nello stesso periodo (103).
Secondo l’ultimo report disponibile su scala globale, tuttavia solo nel 2017 gli assistenti di volo hanno denunciato 8.731 liti a bordo degli aerei, nate per i motivi più disparati ma per le quali l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) ha chiesto di alzare la soglia di attenzione anche perché, come spiegato dal direttore degli Affari esterni Tim Colehan a Ginevra, non tutte le compagnia sono associate alla IATA, facendo pensare che il numero dei litigi sia decisamente superiore.
Il problema principale è rappresentato dai passeggeri in stato d’ebbrezza, ma anche dal poco spazio a bordo dei velivoli, che porta ad un aumento delle tensioni tra le persone, così come il non rispetto delle regole minime di sicurezza.
I vettori aerei accusano la libera vendita di alcolici in aeroporto come la causa madre di questo, dal momento che molti passeggeri si presentano a bordo già ubriachi, aumentando così il rischio che da un minimo accenno di tensione si scateni una rissa, costosa anche per le compagnie perché i piloti hanno l’obbligo di far rientrare a terra l’aereo.
Atterraggi di emergenza che hanno un loro costo visto che portano a dei ritardi rispetto agli orari schedulati, causando richieste di rimborsi da parte delle persone a bordo. I compagni di viaggio e le famiglie che viaggiano per lavoro o una meritata vacanza non dovrebbero essere sottoposti a questo comportamento.
È ora che si intraprendano ulteriori azioni a sostegno dell’equipaggio, per garantire che i responsabili siano ritenuti responsabili delle loro azioni per far sì che i clienti possano volare in un ambiente sicuro e senza problemi. Ora, comunque, i responsabili dovranno sborsare 25mila euro a testa per ripagare i danni alla compagnia aerea.