Un divertissement (meta)teatrale in cui le «tragicomichesilaranti conversazioni di un uomo innamorato» s’inerpicano sui sentieri dell’assurdo, con la necessaria illogicità di chi arde di passione e non conosce altre ragioni se non quelle dettategli dal sentimento. «Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore» a partire dalla domanda fondamentale su quel canto notturno, annuncio dell’aurora in “Romeo e Giulietta”: la scelta tra partire e salvarsi o restare e morire ha il prezzo altissimo della rinuncia alla felicità. Dialoghi tragicomici intorno al sentimento più universale, in uno spettacolo divertente e coinvolgente che mette a confronto la visione romantica dell’esistenza e la frenesia dei tempi moderni.
«Guglielmo Scuotelapera “al secolo” William Shakespeare versus il suo analista. Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio: Era l’allodola?. Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo, dell’illogicità, dei paradossi della società contemporanea» scrive nelle note Daniele Monachella.
Un quesito ornitologico che diviene questione filosofica, perché sulla verità di quell’assunto il giovane sposo scommette la propria vita, nella divertente commedia in cui il protagonista, alter ego o moderna reincarnazione del Bardo inglese in epoca post freudiana si lascia dominare da un dubbio quasi amletico sulla sorte dei suoi personaggi e sulle responsabilità dell’autore. “Era l’allodola?” – spettacolo finalista al Roma Comic Off 2018, mentre Daniele Monachella ha vinto il Premio come Miglior Attore Protagonista – propone un itinerario nell’universo shakespeariano, dove ironia e dramma d’intrecciano così come gli aspetti grotteschi del quotidiano e l’alto registro della poesia.
Il fascino di un teatro aulico e popolare, capace di ammaliare e divertire la sovrana e la sua corte come la gente comune e pure di emozionare e commuovere il pubblico quattro secoli dopo toccando temi universali e di scottante attualità, con straordinarie intuizioni sulla psicologia dei personaggi e sugli equilibri di potere, le ambizioni individuali, i desideri e le umane passioni. Focus sulle emozioni e le ossessioni di un sedicente drammaturgo che si “confessa” al suo analista, cercando confronto nelle parole, per poi incagliarsi tra le righe in un dettaglio cruciale come la voce dell’allodola che celebra il disperdersi delle tenebre e il sorgere del sole, quindi il tempo dell’addio.
Romeo è pronto a morire per prolungare il piacere di una notte d’amore: «dirò che non è l’allodola quella che ferisce coi suoi accenti la volta del cielo, su in alto sopra le nostre teste: io ho più desiderio di rimanere che volontà di partire: vieni, o morte, e sii la benvenuta! Giulietta vuol così», ma Giulietta conscia del pericolo si stacca dalla dolcezza dell’amplesso: «E’ giorno, è giorno: parti, fuggi di qua, presto! è l’allodola quella che canta in sì discordi accenti, sforzando la sua voce a striduli suoni e sgradevoli acuti… quella voce ci strappa con terrore l’una dalle braccia dell’altro e scaccia di qui te sonando la sveglia al giorno».
Il destino dei due sfortunati amanti è però già scritto, non basterà la prudenza e quel mattutino distacco a salvarli: sulla via della fuga Romeo incontra Tebaldo, poi il fatale duello e la morte di Mercuzio, vendicato dal giovane con l’uccisione di Tebaldo, quindi la condanna all’esilio, mentre il matrimonio segreto non basta a sottrarre Giulietta all’autorità paterna e alle nozze con Paride. Infine uno stratagemma dovrebbe riunire gli sposi infelici, ma un messaggio non pervenuto causa la tragedia e alle loro famiglie non resterà che piangerli, morti e riuniti in un ultimo abbraccio.
L’arte di William Shakespeare riaffiora nella commedia ispirata al dialogo di “Romeo e Giulietta”, insieme alle atmosfere del teatro dell’assurdo, tra effetti surreali e colpi di scena, capovolgimenti di prospettiva e rivelazioni che conducono gli spettatori nei territori della follia – per amore ma anche senza – tra i deliri di uno spirito appassionato e le incongruenze della realtà.
“Era l’allodola?” – una produzione di Mab Teatro con il contributo della Fondazione di Sardegna (Bando Arte – Pluriennale “Arte, Attività e Beni Culturali” Musica Classica, Lirica e Prosa 2018) e con il patrocinio dell’Università di Cagliari/ Dipartimento di Filosofia, letteratura, Linguistica e IASEMS/ Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies – rappresenta un interessante gioco di “variazioni” sul tema, un omaggio a William Shakespeare in chiave ludica e dissacrante (ma non troppo), per sorridere e pensare…