All’incontro hanno preso parte Emiliano Longobardi, libraio e sceneggiatore, autore del webcomic; Antonio Lucchi, sassarese classe ’78 e disegnatore (tra le altre cose) per Sergio Bonelli Editore; Pier Gallo, torinese, illustratore di fumetti di lunga data per Bonelli e DC Comics; Mauro Mura, algherese, che ha realizzato l’illustrazione in copertina, curato la grafica e il lettering dell’opera.
A moderare il dibattito il grafico Simone Satta.
Rusty Dogs è un webcomic seriale (tuttora leggibile gratuitamente online) composto da 50 episodi, i cui disegni sono stati assegnati a 50 diversi talenti del mondo del fumetto. Ciascun episodio, di sole 4 tavole, racconta una storia, una vicenda non necessariamente connessa e collegata alle altre ma che con le altre condivide lo stesso scenario: quello delle degradate periferie newyorkesi.
Rusty Dogs è questo, la narrazione sotto forma di fumetto, della vita violenta, dolorosa, delle gesta e della quotidianità dei “cani arrugginiti” arrabbiati che popolano le città di tutto il mondo.
Ma è stato Emiliano Longobardi a spiegarci la genesi dell’opera.
“Il progetto è nato nel 2009 – ha raccontato – da un’idea anche un po’ scema. Allora i social non andavano e la vita del web si svolgeva tutta sui blog. Io ne avevo creato uno dove parlavo un po’ di me, delle mie passioni, di fumetti, di film. Era sui blog che ci si confrontava, che si scambiavano idee ed opinioni. Una sera, mentre scorrevo la colonnina dei miei autori di fumetti preferiti, mi sono reso conto che pur nella loro diversità, molti di essi richiamavano le stesse atmosfere noir e crime. Lì ho deciso di proporre questo progetto e ho chiesto ai disegnatori se gli andasse di “giocare” con la mia idea”.
A quel punto Simone Satta ha domandato come siano stati scelti gli autori:
“Molti episodi -ha affermato Longobardi- sono stati riassegnati. Io non potevo pagare i disegnatori come avrebbero fatto degli editori. Ciò che però garantivo era che la storia e la sceneggiatura sarebbero state assegnate sulla base del loro stile, che con quei lavori si sarebbero potuti divertire avendo tempi dilatati”.
La parola è poi passata a Pier Gallo, disegnatore dell’episodio “Shoot the Freak”:
“Quando Emiliano mi ha contattato – ha detto- gli ho chiesto subito una storia d’azione. Quelle che ho disegnato io sono le uniche tavole prive di dialoghi. L’idea era quella di narrare attraverso le immagini e nient’altro.”
L’intervento successivo è stato quello di Antonio Lucchi che ha disegnato l’episodio “Fine Pioggia”:
“Per prepararmi a questo incontro- ha ammesso l’artista- ho riletto le mail che ci scambiammo io ed Emiliano a proposito del progetto. E’ stato molto divertente. Rusty Dogs per me è stata una bella esperienza, che si è collocata tra il mio primo lavoro da professionista e la pubblicazione di Davvero (fumetto di Paola Barbato). Ho sempre avuto grande stima di Longobardi. Lo conosco fin dalle superiori ed è stato davvero un bel momento quello in cui mi ha chiesto di partecipare al suo progetto.”
L’ultimo ad intervenire a tal proposito è stato Mauro Mura, in realtà la prima persona, come ha affermato Longobardi, ad essere contattata per la realizzazione del webcomic.
“Emiliano mi ha descritto il piano per la prima volta in un bar di periferia di Alghero e mi è piaciuto. Ero entusiasta. Il mio contributo è stato quello grafico e di lettering. Fin da subito ho cercato di affrontare e curare tutto al meglio, perché il lettering è quella cosa che se fatta bene non si nota, ma se fatta male disturba. Per la versione cartacea di Rusty Dogs abbiamo rivisto anche questo aspetto e mi sono reso conto che, specie nelle prime tavole, avevo fatto tanti errori. Spero, in tutto questo tempo e in questi anni, di essere riuscito a rendere onore ai disegnatori e di essere stato il più “invisibile” possibile”.
E’ nella seconda parte della presentazione che Longobardi ha poi meglio spiegato le dinamiche della creazione dell’opera, nello specifico con riguardo alle relazioni lavorative instauratesi con i 50 disegnatori:
“Ci sono stati rapporti -ha rivelato l’autore- che sono andati avanti per anni sulla stessa storia. 50 disegnatori sono 50 persone, ciascuna col proprio bagaglio di esperienze, di emozioni, di dolori, di problemi. Ci sono stati autori che hanno disegnato nei momenti di massima gioia, altri che lo hanno fatto in momenti diversi. Ci sono state anche perdite, scomparse, ma dopo tutto si tratta di 10 anni e Rusty Dogs è proprio questo, 10 anni di vita.”
Infine Satta ha domandato di cosa parli effettivamente Rusty Dogs.
Alla domanda ha risposto dapprima Longobardi: “Rusty Dogs sono 50 storie brevi di persone che vivono ai margini di New York. Punto. Poi ognuno ci trova qualcosa alla quale io magari non avevo nemmeno pensato, ma credo che l’importante sia proprio questo: che il lettore sia libero di pensare a ciò che l’opera trasmette. Detesto gli scrittori che mi dicono cosa devo pensare, e proprio per questo da lettore e libraio sogno un mondo di libri senza autori in copertina. L’opera deve parlare da sé.”
E ricollegandosi a questo discorso, Mauro Mura ha osservato come i “vuoti” di Rusty Dogs, percepiti da molti siano, come i silenzi nella musica, la parte più bella e forse più importante dell’opera che sta in ciò che non si dice, che lascia liberi i lettori e osservatori di immaginare, interpretare e pensare.
Rusty Dogs è una raccolta di storie avvincenti e magistralmente riprodotte, che una volta di più proiettano il lettore in un mondo diverso, a tratti estremamente sanguinoso e crudele, ma spesso più vicino di quanto non siamo portati a pensare e immaginare. Racconta storie di uomini spietati, crudeli e orribili ma anche storie di vittime della società, di sistemi ingiusti, di corde che si spezzano talvolta generando mostri.
Ma è dopo un incontro come quello al Vecchio Mulino, in cui si sono palesati l’enorme impegno e il lavoro dedicato a Rusty Dogs, che si è in grado ancor di più, di cogliere la profondità dell’opera e carpirne le tantissime sfaccettature.