Le riunioni, rivolte esclusivamente ai referenti delle varie compagnie di caccia, si terranno secondo il seguente calendario:
- ASSL Sassari: a Bono il 28 ottobre alle ore 18 nella sala consiliare comunale; a Ozieri il 29 ottobre alle ore 18 negli uffici veterinari, regione San Nicola; a Thiesi il 29 ottobre alle ore 18 nella sala Aligi Sassu; a Sassari il 30 ottobre alle ore 18 nella sala riunioni in via Rizzeddu 21, al piano terra della Palazzina F; a Nulvi il 31 ottobre alle ore 18 nella sala riunioni di Santa Tecla;
- ASSL Olbia: a Olbia il 28 ottobre alle ore 11 in via Barcellona 162; a Padru il 28 ottobre alle ore 16 presso il centro culturale comunale in via Roma; a Berchidda il 29 ottobre alle ore 16 presso il teatro Santa Croce; ad Aggius il 29 ottobre alle 17 nella sala consiliare comunale.
In occasione delle riunioni, il Servizio veterinario consegnerà ai cacciatori, indipendentemente dai territori di caccia, tutto il materiale necessario per effettuare i campionamenti richiesti dalla normativa e a dare tutte le informazioni riguardo la logistica.
«Si auspica, anche per quest’anno, la collaborazione dei cacciatori per poter raggiungere un campionamento cospicuo che consenta di avere informazioni sempre più attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico, al fine di poter escludere che il virus della peste suina africana circoli tra i cinghiali col rischio di trasmissione ai domestici» spiega il direttore del Servizio, Francesco Sgarangella. «Nella scorsa stagione venatoria sono stati conferiti dai cacciatori al Servizio di Sanità Animale del Nord Sardegna campioni sanitari da 6.065 cinghiali di cui 2.507 abbattuti nella zona infetta. La dimostrazione dell’assenza di circolazione del virus nei cinghiali è di fondamentale importanza per il controllo della malattia nel territorio e per la tutela degli allevamenti domestici, oltre che necessaria per consentire la revoca delle aree infette per il selvatico».
I controlli consentiranno inoltre di escludere la presenza della trichinellosi, ancora presente nel territorio regionale, causa di gravi patologie legate al consumo di carni eventualmente parassitate e non controllate.