“Mentre i corpi dei nostri due colleghi ammazzati a Trieste sono ancora caldi, un soggetto già ben noto alle forze dell’ordine arrestato per l’aggressione avvenuta a Cecina ai danni di altri poliziotti, finiti in ospedale, una con un’ischemia dovuta probabilmente al trauma subito, è già tornato in libertà.
E’ stato dentro appena il tempo che un altro soggetto fuori controllo trucidasse altri due poliziotti. C’è davvero qualcosa che non va, e continuare a fingere che non sia così è un’offesa all’intelligenza di tutti. Nulla così può funzionare. Il sistema non è coerente.
La politica sorvola totalmente sulle reali necessità della sicurezza ma tutto, alla fine dei conti, è nelle mani di chi siede su comode poltrone permettendosi il lusso di ricordarsi delle Forze dell’ordine solo quando c’è da stilare una nota di cordoglio. Le norme e l’apparato giudiziario sono a dir poco ‘molli’ rispetto alla durezza della violenza con cui le forze dell’ordine fanno i conti; e quando questo succede non si spezzano un’unghia, finiscono in una bara.
Non è più sopportabile. La nostra vita non vale un minimo di impegno per trovare la voglia e la forza di intervenire seriamente perché lo Stato sappia esattamente cosa vuole da noi e come lo vuole. Non ci sono morti che bastino…”.
Duro commento di Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Fsp Polizia di Stato, dopo l’aggressione subita da una poliziotta di Livorno e un suo collega, entrambi finiti in ospedale, lei con un’ischemia, a seguito di un’aggressione avvenuta a Cecina, ad opera di un uomo di cittadinanza russa in stato di alterazione, già ben noto alle forze di Polizia e poi finito in arresto. Al processo per direttissima il pm aveva chiesto la custodia in carcere e il difensore i domiciliari, ma il giudice ha rimesso l’imputato in libertà con il solo obbligo di firma.
“Speriamo solo che quando questo soggetto si presenterà in Commissariato per firmare non lo farà con una bomba addosso per sterminare i poliziotti presenti – afferma sempre più amaro Mazzetti -. Senza mezzi termini, però, va detto che aggredire un operatore della sicurezza è un reato gravissimo e come tale deve essere trattato. E’ inaccettabile mandare a casa chi attenta alla nostra incolumità, all’integrità delle istituzioni, all’autorevolezza dello Stato. Un’autorevolezza a cui nessuno così potrà credere”.