Dopo i consensi, convinti, ricevuti lo scorso anno, sarà RIVA LUIGI ’69 ’70. CAGLIARI AI DÌ DELLO SCUDETTO, di e con Alessandro Lay, ad aprire la tournée a Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) domani, mercoledì 6 novembre, alle 20:30, al Teatro L’Attesa.
Al termine dello spettacolo, in un incontro sullo sport di un tempo e quello attuale (organizzato in collaborazione con il Teatro L’Attesa e il Centro Sportivo Italiano), interverranno il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Mons. Massimo Camisasca, già cappellano dell’AC Milan, e il maratoneta Stefano Baldini, ex campione olimpico.
“Riva Luigi ’69 ’70” sarà poi il 7 novembre, giorno del 75esimo compleanno di “Rombo di Tuono”, alle 21 al Teatro Comunale Corsini di Barberino di Mugello (Firenze), l’8 e il 9 novembre alle 20:30, il 10 alle 17, al Teatro della Cooperativa di Milano.
Il monologo di Lay (le luci sono di Giovanni Schirru, il suono di Matteo Sanna, le scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru) trae ispirazione da, ed è dedicato a, un’icona della storia, non solo sportiva, di Cagliari e dell’intera Sardegna: Gigi Riva, che il grande giornalista Gianni Brera – come è noto – soprannominò “Rombo di tuono“, per la sua potenza, l’ardore agonistico e le eccellenti capacità di goleador.
Adesso si usa il termine “antistar” – allora si diceva. – È uno che parla poco, gli piace giocare al pallone e poi starsene tranquillo con gli amici.
Tempi diversi, calcio diverso, Sardegna diversa, parole diverse…
Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni – scrive nelle note di presentazione Alessandro Lay. – Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite “a figurine” sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…
Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, scriveva:
Che cos’è una lingua? “Un sistema di segni”, risponde, nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un “sistema di segni”; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella “partita”, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un “prosatore realista”; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un “poeta realista”.
Cada Die Teatro: il tour
Il calendario delle altre produzioni che Cada Die Teatro porterà in tour: