Alla conferenza hanno partecipato, oltre al Direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, il Sindaco della Città Metropolitana di Cagliari nonché Sindaco del Capoluogo, Paolo Truzzu, unitamente ai Sindaci ed Amministratori locali dei seguenti altri Comuni nei cui territori sono ubicati i beni immobili confiscati: Dolianova, Iglesias, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, San Giovanni Suergiu, Sarroch, Sestu, e Settimo San Pietro nonché dei Comuni di Alghero, Olbia e Sorso per la Provincia di Sassari, e dei Comuni di Arzana e Cardedu per la Provincia di Nuoro.
All’incontro hanno anche presenziato i Prefetti dell’Isola o loro delegati, un rappresentante del Presidente della Regione ed il Presidente dell’ANCI Emiliano Deiana; erano altresì presenti il Procuratore Aggiunto Coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, Gilberto Ganassi ed il Presidente di Sezione della Corte d’Appello di Cagliari Claudio Gatti.
Inoltre, sono intervenuti i vertici regionali e provinciali delle Forze di Polizia ed i dirigenti degli Uffici e delle Amministrazioni pubbliche variamente coinvolte nella procedura.
Nell’occasione, il Prefetto Bruno Frattasi ha rimarcato l’importanza della Conferenza di servizi, punto nodale del procedimento di reimpiego dei beni, finalizzato a velocizzare la fase di acquisizione delle manifestazioni di interesse da parte degli Enti, evidenziando come scopo della procedura sia quello di utilizzare concretamente i beni sottratti alla criminalità organizzata, rifunzionalizzandoli a scopi sociali per soddisfare esigenze collettive.
La Conferenza, infatti, consente la costituzione di un tavolo allargato dove ognuno, con le diverse competenze, può alimentare un percorso virtuoso favorito dal dialogo che si realizza fra tutte le Istituzioni pubbliche statali, regionali e locali, nel quale risulta prezioso ed indispensabile il contributo degli Enti territoriali.
Essi, infatti, sono chiamati rendere possibile un diffuso e capillare riutilizzo, nel territorio, dei beni confiscati, così riaffermando, in maniera concreta la presenza dello Stato ed il valore assoluto ed irrinunciabile della legalità, attraverso il reimpiego dei beni confiscati a favore della collettività.
La centralità dell’aspetto legato al concreto riutilizzo del bene a fini sociali è stata sottolineata anche dal Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, che ha evidenziato come l’utilizzo dei beni a favore della collettività completi l’azione avviata di lotta alla criminalità organizzata, cui tali beni vengono sottratti.
Pertanto, il Comune di Cagliari ha manifestato il proprio interesse per numerosi beni confiscati all’interno del suo territorio anche al fine, appunto, di condividere la valenza sociale dell’iniziativa.
I rappresentanti dell’Autorità Giudiziaria intervenuti, oltre ad esprimere grande soddisfazione per l’enorme lavoro compiuto dalle Forze dell’Ordine e dalla Polizia Giudiziaria, hanno ricordato come la positiva conclusione di questo processo di acquisizione dei beni risulti particolarmente incisivo per la lotta alla criminalità, poiché consente, attraverso la sottrazione dei beni illecitamente posseduti, di vanificare l’azione criminale.
In questo modo, si privano gli interessati degli ingiusti profitti conseguiti, contribuendo così ad assicurare la certezza della pena ed a rimarcare la distinzione che esiste tra chi acquista e accumula beni con attività fruttuose illecite da chi opera in regime di legalità
Il Presidente dell’ANCI Sardegna ha poi evidenziato il ruolo fondamentale svolto nel contesto dagli Amministratori locali, chiamati ad operare sul territorio ed a porre in essere, in concreto, le azioni conseguenti per l’utilizzo sociale dei beni.
La possibilità di restituire i beni confiscati alla collettività locale genera un percorso positivo che consente di coniugare il valore altamente simbolico della confisca con un impiego concreto dei beni confiscati.
Risulta quindi importante progettare un percorso finalizzato a trasformare i proventi illeciti e stabilire il giusto risarcimento per la collettività, specie in Sardegna esiste una allerta massima per contrastare la presenza della criminalità organizzata.
Il rappresentante della Regione Sardegna ha rimarcato come l’Amministrazione regionale sia sensibile al tema dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata. Unendosi al generale plauso per l’iniziativa, finalizzata a condividere un percorso di recupero di tali beni a vantaggio della collettività, ha anticipato che la Regione Sardegna, per venire incontro alle esigenze degli Enti Locali, stanzierà delle specifiche risorse economiche, prioritariamente destinate a quelle realtà territoriali che intendano condividere e valorizzare in tempi certi i beni di cui si tratta.
Al termine dei lavori, nel corso dei quali si sono tutti confrontati i soggetti istituzionali coinvolti nel procedimento di destinazione degli immobili confiscati, sono state formulate manifestazioni d’interesse, cui seguirà la definitiva assegnazione, per n. 56 immobili, cioè oltre la metà dei n. 105 disponibili, complessivamente portati in conferenza in ambito regionale. Degli stessi, peraltro, ben n. 82 sono ubicati in Comuni della Città Metropolitana di Cagliari e della Provincia del Sud Sardegna.
Le manifestazioni d’interesse sono state prevalentemente indirizzate verso unità abitative. Per quanto attiene ai numerosi terreni agricoli presenti, sono state invece analizzate le possibilità di una successiva destinazione in favore di associazioni ed organizzazioni di volontariato.
Con riguardo, segnatamente, ai Comuni della Citta Metropolitana di Cagliari e della Provincia del Sud Sardegna interessati – complessivamente 10, cioè Cagliari, con n. 19 immobili; Dolianova, con n. 3 immobili, Fluminimaggiore con n. 16 immobili; Iglesias, con n. 7 immobili; Quartu Sant’Elena, con n. 16 immobili; Quartucciu, con n. 2 immobili; San Giovanni Suergiu, con n. 1 immobile; Sarroch con n. 1 immobile; Sestu, con n. 11 immobili e Settimo San Pietro con n. 6 immobili – la percentuale dei beni assegnati risulta ugualmente superiore alla metà di quelli disponibili.
Tra i beni assegnati risulta una netta prevalenza di immobili ubicati nel Comune di Cagliari (n. 16), nella maggior parte abitazioni ed appartamenti che, secondo quanto previsto dall’Amministrazione comunale, saranno destinati segnatamente all’attuazione di un progetto di accoglienza temporanea diffusa inserita nel contesto delle attività poste in essere per il contrasto delle povertà estreme. Presenti, tra questi, anche magazzini, locali di deposito e garage.
Cospicuo anche il numero degli immobili presenti nel Comune di Sestu (complessivamente n. 11) che saranno tutti assegnati ai Carabinieri e utilizzati per finalità istituzionali dell’Arma, così come un appartamento presente nel Comune di Quartu Sant’Elena ed un altro presente nel Comune di Quartucciu, dove un un’ulteriore unità immobiliare sarà assegnata all’Amministrazione comunale, per un successivo impiego per fini sociali.
Sono state infine formulate manifestazioni d’interesse per gli immobili presenti nei Comuni di Dolianova (n. 3) e di Iglesias (n. 7) che saranno quindi assegnati alle rispettive Amministrazioni locali, mentre ulteriori approfondimenti saranno effettuati dalle altre Amministrazioni comunali coinvolte al fine di giungere alla possibile assegnazione dei beni immobili disponibili nei rispettivi territori.
Per completare il quadro dei lavori, si evidenzia che in Provincia di Sassari sono stati assegnati n. 11 (di cui n. 2 ad Alghero, n. 1 a Sorso e n. 8 ad Olbia) dei n. 21 immobili disponibili, mentre non è stato assegnato alcuno dei beni immobili (complessivamente n. 2) presenti nei Comuni della Provincia di Nuoro interessati.
Secondo valutazioni effettuate dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata il valore complessivo dei beni immobili assegnati nel corso dell’odierna conferenza di servizi è di circa 4.400.000 euro, di cui circa 2.900.000 euro sono riconducibili ai beni presenti nella Città metropolitana di Cagliari e nella Provincia del Sud Sardegna.