Ispirato a un fatto di cronaca nera avvenuto nel secolo scorso in Sardegna, il romanzo di Ilario Carta ha come protagonista Marco Migali, che lasciato il suo paese d’origine da molti anni, si ritrova a dover studiare – incaricato dall’università per cui lavora – un fatto di sangue accaduto negli anni Trenta nella piccola comunità in cui è nato suo padre, con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Rientrato in Sardegna per portare avanti le ricerche sul caso, il protagonista cercherà di ricostruire le fila di quegli eventi delittuosi che, per certi versi, lo toccano da vicino. Scavando nel passato, tra atti processuali, reticenze e mezze verità, scoprirà che non tutto è stato raccontato, e che lo scenario fino a quel momento immaginato è ben diverso, ancora più assurdo. In quella fatidica notte di tanti decenni prima – in cui furono barbaramente assassinate otto persone, compresi donne e bambini – tutti, nessuno escluso, hanno avuto la loro parte in una tragedia corale che il tempo non è riuscito a cancellare totalmente.
Ilario Carta vive a Iglesias, è laureato in materie letterarie e lavora per la Regione Sardegna. Appassionato di storia contemporanea e letteratura, da oltre una decina di anni si dedica alla scrittura a cui riserva praticamente ogni momento libero. I giardini di Leverkusen (2015) è stato il suo fortunato romanzo di esordio con Arkadia, arrivato a tre ristampe e vincitore del Premio Osilo 2015. Nel 2017 ha pubblicato, sempre con Arkadia, Lo scorpione nello stomaco, in cui prende di mira in modo irriverente la politica attuale.