“Diagonals and Other Love Stories” è il titolo enigmatico dell’originale creazione di Kate McDowell e Maria Giulia Serantoni sulla linea che taglia lo spazio, intesa sia come concetto geometrico ed elemento estetico sia come metafora di “una condizione esistenziale: instabile, inclinata, non-dritta e che sta per cadere (produzione Fattoria Vittadini).
Il territorio fisico e visuale è una possibile società contemporanea: un luogo contraddittorio e inospitale dove le interazioni definiscono un delicato ecosistema di relazioni umane – si legge nelle note. – Una struttura intrecciata di gesti, parole, suoni, movimenti e dialoghi districa un collage di domande dove la necessità dell’amore (“di essere amati, di parlare d’amore, di amare”) appare come una risposta possibile, una forza per generare strategie di sopravvivenza. I corpi, in equilibrio precario, trovano la propria strada attraverso le linee: inclinandole e ribaltandole aprono la possibilità a nuovi punti di vista e rivelano nuove possibili realtà. Da quello che sembra essere una linea dritta, può emergere una diagonale; una rampa per un altro livello, un’altra sfida, supportata o resa possibile dall’amore, forza motrice per radicali soluzioni di vita.
Si ispira al famoso “metodo” creato dall’attore e regista russo “Stanislavskij_ep.1” di Teresa Morisano, il primo di cinque episodi incentrati su altrettanti personaggi coinvolti nella fase di creazione e poi interpretati dall’artista attraverso la memoria emotiva, sulle tracce de “Il lavoro dell’attore su stesso”, utilizzando “il corpo come strumento e la danza come parole”.
Ciò che K. S. Stanislavskij chiedeva ai propri attori prima di avvicinarsi al personaggio assegnato era, appunto, di ingaggiare in prima linea la propria persona, con il proprio vissuto e capire come l’attore stesso avrebbe reagito se si fosse trovato nei panni del personaggio. Questo è il principio da cui parte il progetto prendendo in esame storie di vita vera – spiega l’artista. Oltre al forte desiderio di lavorare nel sociale e cercare la vera umanità della danza, “Stanislavskij_ep.1” ha come obiettivo quello di essere un libro aperto di emozioni e racconti trasfigurati e “incarnati” da un corpo danzante, per un percorso che attinge alla realtà concreta e a volte dura dell’esistenza per tradurla e dunque comunicarla attraverso il linguaggio simbolico ed evocativo della danza contemporanea.
“Omaggio a Pina” di Artemis Danza – in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Pina Bausch – è un viaggio nella storia della danza, con le immagini del film documentario “Un secolo di danza”, scritto e realizzato dalla critica di danza Sonia Schoonejeans, collaboratrice di Ballet2000/BallettoOggi e del canale culturale Arté e gli inserti danzati con le coreografie di Monica Casadei.
[foto id=”290303″]
Fulminee “incursioni” che segnano una “creativa frattura” tra i fotogrammi che raccontano la vita e l’arte della coreografa-simbolo del Tanztheater – dalla formazione tra la Germania e l’America alla fondazione della compagnia di Wuppertal, al metodo di lavoro, alla sua poetica – rappresentata da capolavori come “Cafè Muller”, “Blaubart”, “Kontakthof” e “Viktor”.
Un’opera multimediale che fa dialogare i corpi in movimento dei danzatori con le sequenze di un interessante excursus nella cultura europea del Novecento e in particolare della Germania – attraverso tutte le forme dell’espressionismo artistico, dalla danza alle arti visive al cinema, senza dimenticare un riferimento alle correnti filosofiche e psicologiche del tempo.
Focus sulla danza tedesca con uno speciale approfondimento su Pina Bausch, protagonista di una narrazione filmica al contempo avvincente e istruttiva, in cui trovano posto anche le interviste ai suoi maggiori interpreti. Tra i fotogrammi storici del “Petruska” di Fokine, de “L’Après-midi d’un faune” di Nijinskij o dell’“Icare” di Lifar come delle opere di Pina Bausch si innestano le performances dei danzatori, in una moderna contaminazione di linguaggi d’arte.
Incastonato nel denso programma della serata, anche un nuovo appuntamento con l’AperiDanza, danzato e musicato da Silvia Bandini e Marco Caredda, con la partecipazione dei musicisti Michele Uccheddu e Stefano Serra e degli studenti di musica del LAC.
Gli appuntamenti di oggi, sabato 16 novembre
Sguardi sulla danza contemporanea nella Spagna del terzo millennio con il FIND 37 / Festival Internazionale Nuova Danza organizzato da Maya Inc: Stasera (sabato 16 novembre) dalle 20 a Sa Manifattura a Cagliari si parte da “Galápago” di e con Iván Benito, una performance di danza urbana sulla teoria dell’evoluzione nel cuore dell’ex opificio, e a seguire “Short Cuts” de La Veronal diretta da Marcos Morau (alle 21) per un’antologia di pezzi emblematici che sintetizzano la poetica e il lavoro della compagnia, in prima nazionale a Sa Manifattura.
“La danza oltre il corpo” è invece il tema e titolo dell’incontro con Caterina Di Rienzo, danzatrice e coreografa, nonché studiosa e docente di filosofia, caporedattrice della rivista Ágalma – in programma sempre stasera (sabato 16 novembre) alle 20:15 a Sa Manifattura (Sala 202).
Per maggiori dettagli, vi rimandiamo a questo articolo.