Incredibili per uno come il sottoscritto che poco sa degli ambienti che circolano attorno al mondo della droga, non avendolo mai vissuto direttamente se non per sentito dire o visti nei programmi televisivi. Altra cosa è sentirli dalla voce, a volte rotta dall’emozione, dei diretti interessati, lì davanti a te in carne e ossa, con gli occhi lucidi, arrabbiati con se stessi e con tutti, alla ricerca di aiuto e, molti, incapaci di immaginare un mondo fuori da quelle mura diverso da quello che hanno visto prima di entrare in carcere e in comunità.
Ho iniziato a drogarmi a 14 anni, prima con gli spinelli per fare festa con gli amici – dichiara Mauro, che oggi ha superato i 40 anni –, poi non bastava più e piano piano ho provato di tutto. Non avevo problemi in famiglia, avevo tutto. Affetto, auto di grossa cilindrata, una azienda famigliare in cui avrei potuto lavorare e guadagnare bene. Ho bruciato tantissimi soldi e soprattutto gli affetti.
La mia famiglia non è mai esistita – dichiara Pino, 39 anni, papà di una bellissima bambina di tre –, mio padre non l’ho mai conosciuto e mia mamma aveva da fare altro che stare dietro a me. Dall’età di 8 anni ho vissuto in strada spacciando e spaccando tutto e tutti dalla rabbia.
Mio padre è morto di overdose quando ero piccolo – dichiara Mario, un ragazzo di circa 30 anni ma che ne dimostra 10 di più, alto con gli occhi affossati e smagrito dalla droga – mia mamma ce la sta mettendo tutta per disintossicarsi. Ho visto in casa lo schifo della droga, ma ci sono caduto lo stesso. Sballarsi costava il tanto di una paghetta settimanale, con 5 euro potevo fare tre fumate di eroina. La droga si trova dappertutto. Ho provato più volte ad uscirne ma ci casco nuovamente. Ma ora devo farcela e voglio vincere io.
Lottano tutti per guarire, per uscire da un tunnel che mai si sarebbero aspettati fosse così nero e freddo. Sono nomi inventati ma le storie sono drammaticamente vere. Potrei continuare ma ce n’è abbastanza per capire in quale mondo si entra quando si decide di “provare a rilassarsi” o di fare la goliardata con gli amici per sentirsi fighi. Per i volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology sono storie difficili da credere quando, cercando di tendere una mano di aiuto, questi ragazzi raccontano le loro drammatiche storie. Sembrano impossibili ma sono uno spaccato di vita quotidiana di ciascuno di loro.
E pensare che ci sono in giro folli in camice bianco e in giacca e cravatta, pagati profumatamente da noi contribuenti, che, inneggiando a una falsa “libertà” di poter decidere liberamente della propria vita, propongono la liberalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”, come fosse la panacea per la soluzione della criminalità, lo spaccio, l’economia nazionale, quelle stesse droghe “leggere” considerate da tutti i tossicodipendenti come la porta di ingresso a quelle pesanti.
Mai come in questo contesto sono attuali e vere le parole del filosofo L. Ron Hubbard che, giustamente, considerava le droghe come “l’elemento più distruttivo presente nella nostra cultura attuale”, invitando qualsiasi persona di buon senso ad adoperarsi con tutte le proprie forze per sconfiggere questo flagello sociale.
Per questo i volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology, anche nella settimana che sta per cominciare non risparmieranno le energie, e saranno ancora tra i ragazzi di un Istituto Superiore di Cagliari, dove terranno una conferenza sugli effetti reali derivate dalle droghe e un ex consumatore racconterà la sua esperienza, saranno all’ingresso del Liceo Artistico di Olbia e nelle strade commerciali di via Vittorio Veneto, e ancora nelle strade del centro di Cagliari e Nuoro per diffondere la verità sulla droga e promuovere una vita libera dalla droga.
Info: www.noalladroga.it