Bacche mirto e sostanze antiossidanti
Il mirto continua a darci soddisfazioni e non ci riferiamo solo al liquore – a cui sono dedicati vari eventi, che attirano visitatori di ogni provenienza – ma anche alle bacche, ricche di sostanze benefiche per la salute.
Tra queste ultime vi sono gli ellagitannini: sostanze antiossidanti presenti in alcuni tipi di frutta – dal mirto alle melagrane, dalle noci alle fragole e ai lamponi – il cui consumo è associato a un minore rischio di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
Le bacche del mirto ne contengono in abbondanza (soprattutto nei semi) e, tra essi, non si può non citare l’Enoteina B che, secondo quanto emerso da uno studio dell’Università di Sassari, potrebbe contrastare alcuni disturbi del tratto digerente. Approfondiamo la questione!
Lo studio di Uniss sull’Enoteina B del mirto
Innanzitutto, i ricercatori hanno raccolto 38 campioni di bacche in diverse zone dell’Isola, poi li hanno esaminati, constatando la presenza di:
- Eugeniflorina D2 (5,8 ± 1,2 mg/g);
- Enoteina B (12 ± 2,4 mg/g).
Quest’ultima, che negli studi precedenti ha dimostrato di possedere buone potenzialità verso i disturbi gastrointestinali, è stata testata per valutarne gli effetti gastroprotettori e antimicotici. Vediamo cosa è emerso dai test!
L’Enoteina B come gastroprotettore
Gli effetti gastroprotettori sono stati valutati facendo incubare, per sei ore, le cellule gastriche con l’Enoteina B (0,25-10 μg/mL), dopodiché sono state trattate con TNF-α o IL-1β, due proteine infiammatorie (citochine).
Sotto il loro controllo, infatti, le cellule suddette producono l’Interleuchina 8 (IL-8), una proteina che attira i globuli bianchi nelle mucose, svolgendo un ruolo cruciale nella gastrite (inclusa quella da Helicobacter pylori).
Ma cosa è emerso dalla ricerca?
Ebbene, l’Enoteina B ha ridotto la produzione diIL-8, in modo dipendente dalla dose, con un meccanismo – simile a quello del cardo selvatico – che consiste nel riprogrammare le cellule “dialogando” con il loro DNA.
Vista e considerata la capacità di ridurre l’IL-8 e di inibire lo sviluppo di H. pylori, come evidenziato da altri studi, l’Enoteina B potrebbe coadiuvare i farmaci nel trattamento della gastrite e dell’ulcera. Ma non finisce qui!
L’Enoteina B come antimicotico
Dal momento che l’Enoteina B è risultata attiva contro il Paracoccidioides brasiliensis, il principale responsabile delle infezioni fungine sistemiche in Sud America, gli studiosi di Sassari l’hanno testata su Candida albicans, glabrata, tropicalis e parapsilosis.
Normalmente questi lieviti vivono nell’intestino senza causare danni, ma quando i batteri buoni (il microbiota) sono decimati dallo stress, variazioni alimentari o particolari terapie (disbiosi), la Candida prende il sopravvento e causa un’infezione detta candidosi intestinale.
Nei pazienti immunodepressi (come quelli sottoposti alla chemio), inoltre, i lieviti possono entrare in circolo, causando candidosi sistemiche.
Da qui emerge la necessità di trovare dei composti sicuri ed efficaci, anche perché esistono ceppi resistenti agli antimicotici, come il fluconazolo.
Tornando al nostro studio, i risultati mostrano che l’Enoteina B inibisce lo sviluppo dei ceppi di Candida (probabilmente alterando la loro struttura) a concentrazioni < 8 fino a 64 μg/mL, risultando attiva persino contro i ceppi resistenti al fluconazolo.
In conclusione…
Lo studio, quindi, ha messo in luce i potenziali benefici dell’Enoteina B per stomaco e intestino, in virtù dei suoi effetti gastroprotettori e antimicotici in provetta. Vedremo se risulterà efficace anche nell’uomo!
Jessica Zanza