Cosa diceva infatti l’intesa istituzionale firmata da Soru e Tedde nel 2007 sull’ex cotonificio di Alghero? Testualmente:
Trasferimento a favore del Comune di Alghero dell’ex cotonificio al fine di utilizzarlo per scopi culturali e sociali.
Punto. Non una parola di più. Sapete perché abbiamo potuto nel 2016 partecipare al bando per “la progettazione e la realizzazione di opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni regionali” candidando l’ex cotonificio? Proprio perché era un bene regionale e non comunale. Tant’è che l’ex cotonificio lo abbiamo ottenuto, sulla base di una nostra delibera, in comodato e non in proprietà, come invece stabiliva l’inutile intesa di Tedde.
E grazie a questo requisito, insieme alla bontà del nostro progetto, nel 2016 abbiamo vinto il bando ottenendo 3.176.000 euro; abbiamo avviato la progettazione partecipata col quartiere di Sant’Agostino, aggiudicato il progetto alla Politecnica di Milano, impresa leader di progettazione. Siamo ormai nella fase che precede i lavori.
L’ex cotonificio diventerà Centro di creatività, di aggregazione, di nuovi antichi e mestieri, di convegnistica, musica e teatro, attorno a verde e parcheggi. Comprendiamo la triste e disperata ricerca di attribuzione di meriti da parte di questa attuale amministrazione con forme che rasentano orma il ridicolo.
È naturale che le amministrazioni che si avvicendano portino avanti in continuità i lavori della precedente. Conoci abbia la decenza di tagliare i nastri, di perfezionarli senza pasticci, con onestà intellettuale, riconoscendo che gli algheresi non sono così smemorati.